Racket a tappeto, dopo le manette ecco arrivare le prime condanne per i sei “ribelli” del clan Lo Russo. Finiti alla sbarra con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso – due di loro anche per rapina – i giovani scissionisti di Miano capeggiati dal ras Luigi Mango, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, hanno incassato pene che oscillano tre i cinque e i dieci anni di reclusione. Il gruppo nato dalle ceneri della cosca dei “Capitoni”, sfruttando i vuoti di potere creatisi all’indomani degli arresti dei vecchi capiclan, erano riusciti a imporre il pagamento del pizzo a una lunga serie di attività commerciali di Miano e dintorni.
Come riportato dal Roma nel mirino del gruppo erano finite in particolare alcune agenzie di scommesse. Ecco dunque le condanne inflitte ieri pomeriggio dal gup del Tribunale di Napoli ai sei “ribelli” del clan Lo Russo: Luigi Mango e Gianluca Annunziata, 6 anni di reclusione; Alessio Peluso, 7 anni; Gennaro Ruggiero, accusato anche di rapina, 10 anni; Pasquale Palma, anch’egli imputato pure per rapina, 6 anni e 8 mesi (tutti erano difesi dall’avvocato Domenico Dello Iacono). Giuseppe Carrano, Pasquale Flagello e Michele Menna hanno invece rispettivamente rimediato 6 anni, 6 anni e 8 mesi, e 5 anni di reclusione. Condanne piuttosto consistenti,ma comunque abbastanza al disotto delle richieste avanzate dal-la Direzione distrettuale antimafia, che aveva invece invocato pene tra i 10 e i 15 anni.Quanto alle contestazioni con cuila Procura ha portato alla sbarra igiovani scissionisti dei “Capito-ni”, il personaggio principale al-l’interno del gruppo sarebbe stato Luigi Mango, cognato del più noto Valerio Nappello.