Al quartiere Scampia, c’è lo stadio Antonio Landieri. A sancire il nuovo corso dell’impianto sportivo di via Hugo Pratt, intitolato al 25enne ucciso per errore il 6 novembre 2004 durante la prima faida di camorra che insaguinò l’area a Nord di Napoli, l’inaugurazione di questa mattina alla presenza del sindaco Luigi de Magistris e di parte della sua giunta comunale, di quella dell’VIII Municipalità, delle associazioni delle vittime innocenti di camorra ed ovviamente dei familiari di Antonio Landieri. Ad occuparsi del progetto la società consortile Ecopneus, che ha realizzato il manto erboso sintetico di ultima generazione recuperando e riciclando ben 6800 tonnellate di pneumatici usati. Ad occuparsi materialmente dell’installazione del prato, la ditta Sama Srl che fra le altre cose si occupa del tappeto verde dello Stadio San Paolo. Ristrutturate anche le tribunette, capaci di contenere 1500 posti ma al momento non ancora utilizzabili a causa della mancanza dei collaudi e della Scia, cioè della certificazione di inizio attività. Ad allenarsi e giocare allo stadio Antonio Landieri, l’Arci Scampia, il Don Guanella la Stella Rossa, la Gioventù Partenopea. Antonio Landieri trovò la morte il 6 novembre 2004, in piena faida tra i fedelissimi al clan Di Lauro e gli Scissionisti delle famiglie degli Amato-Pagano, Abete, Abbinante, Notturno e Marino, in un bar del rione Sette Palazzi mentre si trovava a giocare al calcio balilla con alcuni amici e conoscenti.
D’improvviso, una pioggia di fuoco. Antonio, a causa della sua disabilità, non riuscì a fuggire e venne colpito fatalmente. Antonio stava per lasciare il bar dove si trovava per andare a mangiare una pizza con il fratello, ma dopo pochi istanti i sicari entrarono in azione fallendo in realtà i veri bersagli, cioè alcuni appartenenti alla cosca dei Di Lauro. All’inizio si parlò di un affiliazione di Landieri verso qualche clan e per questo motivo gli furono negati persino i funerali pubblici. Poi, col tempo, venne fuori la verità. Nel gennaio di quest’anno vennero eseguite dalla Polizia di Stato 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettanti soggetti ritenuti affiliati al clan degli Scissionisti e cioè Cesare Pagano, Giovanni Esposito, Gennaro Notturno, Davide Francescone e Ciro Caiazza. I responsabili della morte di Antonio tentarono di risarcire economicamente la famiglia, trovando però un netto rifiuto. Visibilmente commossa Lella, la mamma di Antonio Landieri quando è stata scoperta la targa col suo nome. «Sono emozionata, dopo 13 anni Antonio ha avuto una vittoria, così come la sua famiglia. Quando fu ucciso, non ebbe neanche i funerali pubblici. Grazie all’amministrazione comunale, al sindaco e a tutte le associazioni che ci sono stati vicini in questi anni». Papà Enzo: «Quando successe il fatto, sembrava scontato che Antonio fosse un camorrista perché all’epoca a Scampia si era tutti spacciatori. Al funerale ci fu bisogno della scorta. Con l’intitolazione dello stadio, tutti potranno ricordarsi di come nostro figlio fosse estraneo alle dinamiche criminali».
«Quello lanciato con quest’inaugurazione – le parole del sindaco de Magistris – è un messaggio potente di legalità, di ambiente ed economico. Lo stadio Antonio Landieri sarà un luogo fondamentale per i ragazzi, che dovranno difendere lo stadio con i denti. Riutilizzando pneumatici abbandonati, questo da posto di morte diviene posto di vita». La Ecopneus, che si è occupata del progetto, nel 2013 firmò un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, le Prefetture e i Comuni di Napoli e Caserta per dare il via ad interventi di raccolta di pneumatici fuori uso abbandonati nel perimetro della Terra dei Fuochi. Dopo la morte di Ciro Esposito associazioni e cittadini, con esponenti del parlamentino dell’VIII Municipalità, venne chiesto a più riprese di ristrutturare lo stadio di via Hugo Pratt facendolo diventare un presidio di legalità. Al tifoso azzurro venne poi intitolato il Parco di Scampia, mentre ora ad Antonio Landieri lo stadio. Dopo anni di stanca, il progetto grazie al vicesindaco Raffaele Del Giudice prese di nuovo slancio nel 2016, culminato con l’inaugurazione di stamattina. «Ora qui c’è un centro di educazione ambientale e sportivo», le parole di Del Giudice. Contento anche Antonio Piccolo, presidente dell’Arci Scampia. «Dopo tanto fango e tanta polvere, finalmente un segno di speranza di un territorio che sta rinascendo, ma ancora bisognoso di lavoro, soprattutto ai giovani spesso emigrati».