Un errore di calcolo dei Comuni negli ultimi cinque anni ha gonfiato le bollette della Tari fino a farle raddoppiare. L’errore è stato ammesso dal sottosegretario all’Economia Pier Carlo Baretta, nel corso di un question time a Montecitorio. L’interrogazione era stata presentata dal parlamentare del Movimento 5 Stelle Giuseppe L’Abbate, che chiedeva conto al dicastero di Pier Carlo Padoan di alcune segnalazioni arrivate da tutta Italia per l’importo della bolletta. A segnalare l’errore era stato qualche settimana fa Il Sole 24 ore.
L’importo della Tari deriva da due fattori: una quota fissa (che dipende dai metri quadri della casa) e una parte variabile (legata al numero degli abitanti della casa) moltiplicata per le pertinenze della casa. L’errore riguarda il calcolo di quest’ultima quota del tributo. A spiegarlo nero su bianco è lo stesso Baretta, nella risposta scritta all’interrogazione: “Se una singola utenza è composta da un appartamento, un garage e una cantina, la parte variabile va considerata una sola volta e, di conseguenza, un diverso modus operandi da parte dei Comuni non trova alcun supporto normativo”. I Comuni, invece, moltiplicavano la quota variabile per tutte le pertinenze della casa, con il risultato che la bolletta era quasi raddoppiata – riporta Il Fatto Quotidiano – Tra quelli che hanno imposto ai cittadini aggravi non dovuti ci sono Milano, Genova, Napoli e Catanzaro. Il Movimento difesa del cittadino ha lanciato la campagna “Sos Tari” per chiedere il rimborso agli enti locali che hanno incassato più del dovuto.