Venti euro al giorno. Era questa la cifra giornaliera che ogni prostituta transessuale doveva sborsare per ottenere la giusta tranquillità per intrattenere i suoi clienti, eppure qualcosa è andato storto. Affare da seicento euro per ogni trans sotto scacco: il ‘business del sesso’. Un business che poteva risultare sicuramente più fruttuoso se non fosse stato per l’intervento dei militari dell’Arma della Compagnia di Caserta, che hanno tratto in arresto quattro persone finite ai domiciliari su disposizione del gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Nicoletta Campanaro che ha siglato l’ordinanza.
Tra le persone fermate spunta il nome di Giuseppe Maria e quello di Michele Zampella. Quest’ultimo chiese ad un trans di sborsare 20 euro al giorno, altrimenti non avrebbe potuto svolgere il suo ‘lavoro’ tranquillamente. I due sono stati trovati sulla base di un’indagine avviata in seguito ad una denuncia presentata da un transessuale che si prostituiva alle spalle della stazione ferroviaria.
Per tutta la prima settimana quest’ultima aveva pagato la somma richiesta giornaliera. Poi la stessa lucciola ha confessato di essere stata avvicinata da un’auto sin dalla prima sera da un’auto. Sul lato passeggero si trovava Giuseppe Maria che, in quel momento, aveva tra le mani un rasoio. Successivamente il trans ha rivelato che lo stesso uomo non si fece più vedere ogni sera, bensì ogni tre giorni richiedendo non più venti ma sessanta euro. A quel punto il trans spiega che non può soddisfare la richiesta di quest’ultimo che, dopo il rifiuto, passa immediatamente alle minacce: “Non mi interessa di niente, tu mi devi solo pagare altrimenti ti taglio la testa”. A quel punto, impaurita dal 31enne marcianisiano, la prostituta resta in strada tutta la notte fin quando non racimola la somma richiesta da Giuseppe Maria.
