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sabato, Luglio 5, 2025
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Trattativa Stato-Mafia, il boss Bagarella finisce alla sbarra con carabinieri e politici

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Le rivendicazioni di omicidi e intimidazioni a partire dal ’92 da parte della Falange Armata, prova di un progetto unitario di destabilizzazione istituzionale, l’anonimo denominato Corvo 2 che dimostrerebbe i rapporti anomali tra i carabinieri del Ros e l’ex politico Calogero Mannino, il ruolo di Marcello dell’Utri nel progetto politico che avrebbe dovuto sostituire la Dc, avviato già a fine ’91. E ancora l’inchiesta mafia-appalti e le Leghe, movimenti separatisti con legami con eversione nera e massoneria.

In due ore e mezzo di requisitoria il pm Roberto Tartaglia, pubblica accusa al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, ha tentato di comporre i primi pezzi dell’intricato puzzle oggetto dell’impianto accusatorio. Alla sbarra, davanti alla corte d’assise di Palermo, in un processo iniziato 4 anni e mezzo fa, ci sono 10 imputati: carabinieri come Mario Mori, Antonio Subranni, boss come Antonio Cinà e Leoluca Bagarella, Massimo Ciancimino e gli ex politici Marcello dell’Utri e Nicola Mancino.

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