Un imprevisto ha mandato a monte quello che è ormai un copione consolidato nelle terre di camorra: la fuga e la salvezza, almeno nell’immediato, dalla galera per i killer che hanno appena eseguito una sentenza di morte. Stavolta non è andata così. E per i sicari dell’ultima vittima di camorra sono scattate le manette, praticamente in flagranza di reato. E’ successo a Sant’Antimo, uno dei Comuni dell’area a Nord di Napoli più umiliati dalla potenza dei clan, lì dove la guerra di camorra fra i Verdi, i Puca e i Ranucci ha fatto centinaia di morti nel giro di pochi anni. Ora, finalmente, un segno di speranza.
I fatti, allora. Dopo la notte trascorsa in ospedale, dove sono stati piantonati dai carabinieri, sono stati trasferiti al carcere di Poggioreale i due sicari che l’altra sera hanno ucciso a Sant’Antimo Paolo Frasca, 34 anni, pregiudicato. Antonio Verde, 34 anni, e Angelino Antimo, di 28, entrambi affiliati al clan Verde, sono accusati di omicidio in concorso: dopo essere stati colti sul fatto da una pattuglia dei carabinieri che operava su un’auto civetta per un servizio antidroga, intervenuta sull’agguato che ha lasciato a terra un sorvegliato speciale. All’indomani dell’omicidio – nella notte sono state ascoltate una ventina di persone e sono state realizzate diverse perquisizioni – viene confermato anche il movente: Frasca aveva fatto l’errore di aprire una piazza di spaccio nel territorio controllato dai Verde, gruppo egemone. Nel crimine, non era un pezzo grosso, ma aveva l’obbligo di dimora a Sant’Antimo. Frasca e’ morto per questo ‘errore’, raggiunto da una scarica di proiettili che lo ha freddato sul colpo, ieri in via Giacinto Gigante, non lontano dalla sua auto. Contro di lui i due sicari, arrivati sul posto in sella a uno scooter Honda Sh 150, hanno esploso 13 colpi. Il quattordicesimo bossolo trovato a terra sul posto, successivamente, sarebbe stato utilizzato contro i carabineri, sopraggiunti sull’agguato proprio per il rumore dei colpi. Una pattuglia di quattro militari, a bordo di un’auto civetta, ha infatti sorpreso i due assassini ancora sul posto. All’alt, Verde – che sarebbe nipote del piu’ noto boss, conosciuto come il ‘Negus’ – e il suo complice hanno tentato la fuga e sparato, ma sono stati colpiti e neutralizzati. Antonio Verde, residente a Casandrino, e’ stato ferito al piede, alla coscia e al braccio destro; ricoverato a Frattaminore, e’ stato successivamente trasportato al Cardarelli di Napoli, e da qui, adesso, a Poggioreale. Angelino Antimo e’ stato preso invece alla coscia destra e di striscio all’addome: anche lui viene trasferito in queste ore in prigione. Nove i proiettili esplosi dai carabinieri, usciti dallo scontro illesi. La salma di Paolo Frasca e’ stata trasportata al secondo Policlinico di Napoli, per l’autopsia. Intanto procedono le indagini. I carabinieri – sul fatto procedono il nucleo operativo di Castello Cisterna e la tenenza di Sant’Antimo – hanno sequestrato: la calibro 9 semiautomatica usata per uccidere, risultata rubata l’11 gennaio scorso a un cinquantaquattrenne di Cesa (Caserta); il passamontagna, indossato da uno dei due sicari al momento dell’agguato; e lo scooter, risultato intestato a una signora di Casandrino, e sottoposto a fermo amministrativo dai carabinieri di Grumo Nevano dal 2 agosto scorso: chi lo conduceva allora non indossava il casco.