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giovedì, Aprile 10, 2025
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E’ morto Adamo Dionisi, l’attore di Suburra stroncato da una grave malattia

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Adamo Dionisi, noto attore per la sua partecipazione in Suburra, nel ruolo di Manfredi Anacleti, si è spento all’età di 59 anni, presso l’ospedale Fatebenefratelli di Roma. Era ricoverato per una grave malattia.
I funerali si terranno martedi 22 ottobre nella chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Una vita tempestosa e la scoperta della recitazione con Suburra

Alle spalle aveva una vita tempestosa, Adamo Dionisi nato a Roma il 30 settembre 1965. Ex capo degli ultras della Lazio, nel 2001 viene arrestato per droga e sconta la sua pena al carcere di Rebibbia. In carcere scopre la passione per la recitazione, partecipando ad alcuni spettacoli teatrali.

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Nel 2008 avviene il suo esordio col film: chi nasce tondo che ha anche co-sceneggiato.
Nel 2014 Abel Ferrara lo sceglie per una parte nel film biografico ‘Pasolini.
La notorietà avviene l’anno successivo, quando nel 2015, Stefano Sollima lo sceglie per la serie suburra, nel ruolo del boss Manfredi Anacleti uno degli antagonisti principali, ruolo che riprenderà anche nell’omonima serie Netflix , iniziata nel 2017.

Nel 2018 prese parte al film Dogman di Matteo Garrone.

Negli ultimi tempi ha partecipato nel 2023 ad Enea di Pietro Catellitto, interpretando il personaggio di Giordano. E a martedì e Venerdì (2024), film di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardi uscito nelle sale cinematografiche lo scorso febbraio.

Pietro Castellitto ricorda Adamo Dionisi

Pietro Castellitto regista dell’Enea, dove Adamo Dionisi ha interpretato il ruolo di Giordanoun deviante sociale ma poetico da morire” definito dallo stesso Dionisi, lo ha ricordato attraverso un post instagram come uno degli attori migliori con cui abbia mai lavorato.

Nel video pubblicato appaiono i dietro le quinte delle riprese del film.

È stato il più grande attore con cui abbia mai lavorato. Non c’era atto né parola che passando da lui non trovasse piena dignità. Aveva il ritmo nel respiro, e sapeva raggiungere il dolore col minor fiato possibile. La strada verso l’emozione era in lui sempre dritta, per questo era così “naturale”. ha scritto Castellitto. “Il suo talento non pretendeva applausi, per questo era così “vero”. Il narcisismo è da viziati. E Adamo non era viziato. Ogni suo gesto era una parabola, come quando prima di cominciare a parlare, per un attimo, guardava il soffitto con grazia e dolcezza. Forse perché i ricordi erano troppi, o forse perché la fatica è donna. Nel rammarico di un artista che avrebbe meritato di più, muore la nostra innocenza. Nell’esempio di una vita che si scompone fino alla genesi di un enorme talento, vive il suo trionfo. Per Adamo” ha scritto il regista.

 

 

 

 

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