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sabato, Aprile 27, 2024
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Appalto rifiuti, indagine della Finanza: blitz a Mugnano, Pompei e Marigliano

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Stamattina il Gruppo della Guardia di Finanza Torre Annunziata ha dato esecuzione, simultaneamente, a 3 ordini di esibizione emessi dalla Procura della Repubblica nei confronti di altrettanti Comuni del napoletano, nell’ambito di un procedimento penale, pendente nella fase delle indagini preliminari, in ordine al reato turbata libertà degli incanti relativo all’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti.

CONTROLLI A POMPEI, MUGNANO E MARIGLIANO

In particolare, si sta procedendo alla notifica del suddetto ordine di esibizione ex art.
256 c.p.p. presso i Comuni di Pompei, Mugnano e Marigliano, al fine di
acquisire la documentazione inerente agli appalti, del valore complessivo di
84.746.704,82 euro che i citati Enti hanno stipulato nel settore della gestione
dei rifiuti urbani con la medesima società.

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Parallelamente, la Guardia di Finanza sta procedendo alla esecuzione di un decreto di
perquisizione locale e sequestro di ulteriore documentazione presso la sede della
società aggiudicataria degli appalti su indicati nonché presso le abitazioni sia di colui
che, allo stato, appare esserne l’occulto amministratore di fatto sia dei suoi figli, che
invece risultano ricoprire formalmente la qualifica di soci della predetta società.

L’INTERDIZIONE

Le indagini, espletate dalla Guardia di Finanza e coordinate da questa Procura della
Repubblica, hanno posto in evidenza come la società Win Ecology S.r.l., attuale
affidataria del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani presso i Comuni di
Pompei, Mugnano di Napoli e Marigliano- destinataria nel maggio ultimo scorso. di un
provvedimento interdittivo antimafia emesso dall’Autorità di Governo di Padova, dove
insiste la sede legale della stessa – sarebbe di fatto la prosecuzione della società New
Ecology S.r.l., precedente affidataria del medesimo servizio pubblico nel Comune di
Pompei, anch’essa destinataria di analogo provvedimento interdittivo emesso dalla
Prefettura di Napoli nel 2018.

La continuità tra le due società su indicate sarebbe dimostrata dalla circostanza che le
stesse – oltre ad avere i medesimi beni strumentali e la stessa forza lavoro – sono
amministrate di fatto dallo stesso soggetto, anch’egli destinatario in prima persona di
provvedimento interdittivo, il quale, per assicurarsi comunque gli appalti di cui
trattasi, eludendo le interdittive antimafia, avrebbe modificato la compagine sociale e
la denominazione sociale della società, ponendo al vertice della neocostituita società
un soggetto con il compito di mera rappresentanza “di facciata”.

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