mercoledì, Luglio 23, 2025
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Arresti dopo la faida a Ponticelli, decapitato il clan De Micco-De Martino

Arresti dopo la faida a Ponticelli, decapitato il clan De Micco-De Martino. Stamattina la Polizia di Stato, con personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Ponticelli, ha dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 60 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, possesso ingiustificato di armi e ordigni esplosivi, estorsione, traffico e spaccio di droga, furto e ricettazione.

L’indagine, condotta tra il 2021 e il 2022, ha documentato l’esistenza e l’operatività di un sodalizio di tipo camorristico, operante nell’area orientale del capoluogo e in alcuni comuni della provincia, facente capo alle famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), espressione, sui predetti territori, del più noto clan Mazzarella.

La faida a Ponticelli tra i clan D’Amico e De Micco

In particolare, le investigazioni hanno dimostrato come, all’esito della contrapposizione tra il clan D’Amico (Fraulella) e il clan De Micco (Bodo), che nel corso degli anni ha causato numerosi omicidi e fatti di sangue, sul territorio di Ponticelli abbia assunto un ruolo predominante il clan De Luca Bossa che, unitamente alle famiglie Minichini, Casella, Aprea e Cuccaro, era espressione della famigerata Alleanza di Secondigliano.

In tale contesto, la famiglia De Martino (XX), parzialmente disarticolata dalle numerose inchieste giudiziarie, ha dovuto accettare un’alleanza di compromesso con il citato clan De Luca Bossa per la spartizione dei proventi derivanti dalle attività illecite. Tuttavia, numerosi omicidi e fatti di sangue hanno finito ben presto per incrinare la predetta alleanza e per determinare l’avvio di una nuova fase di contrapposizione tra i due gruppi criminali, accentuatasi a seguito della scarcerazione di esponenti di spicco di entrambe le compagini.

Il tentato omicidio

Tutto ciò hanno favorito la rottura tra le citate famiglie criminali può annoverarsi il tentato omicidio di Luigi Aulisio, esponente del clan Casella, che nel corso delle indagini è stato dettagliatamente ricostruito, come pure un tentativo di estorsione aggravata dal metodo mafioso in danno dei gestori di una fiorente “piazza di spaccio” del rione De Gasperi di Ponticelli, una dei luoghi di maggiore presenza del sodalizio De Luca Bossa. Questo periodo di contrapposizione armata è stato segnato, peraltro, anche da numerosi attentata dinamitardi che hanno interessato le rispettive roccaforti dei clan.

Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.