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Banconote false, la gestione dei 3 cognati e la poca fiducia nei corrieri: “Sono scemi”

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Tra i 51 in carcere destinatari di un’ordinanza di custudia cautelare in carcere, accusati a vario titolo di associazione a delinquere e di produzione e spendita di banconote false con l’aggravante camorristica (clan Mazzarella) e dalla transanazionalità, spiccano Domenico Filodoro, Ciro Di Napoli e Luigi Castello: i tre, oltre che legati dal cash and carry di soldi falsi messo in piedi al quartiere Mercato-Pendino, hanno anche vincoli di parentela, essendo tra loro cognati ed occupandosi, tra le altre cose, di coordinare i corrieri.

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I tre cognati

Domenico Filadoro è considerato dagli inquirenti la vera e propria mente dell’organizzazione criminale: era in cime alla piramide ed immediatamente sotto di lui vi erano Ciro Di Napoli e Luigi Castello. Ciro Di Napoli, il più anziato tra gli arrestati, anche per via dell’età (80 anni) era chiamato o’ Nonno o o’ presidente e  si adoperava, attivamente, in molteplici occasioni, nella vendita delle banconote false presso il basso di vico Vetriera Vecchia, ricevendo in cambio denaro (quello buono) dagli acquirenti.

Banconote false: Di Napoli, Castiello e la gestione dei corrieri

Di Napoli aveva anche il ruolo di coordinare le attività dei più giovani come dimostra l’intercettazione in cui consigliava a Luigi Castello di riepilogare l’ordinativo di un cliante su un foglio di carta per agevolare il lavoro dei corrieri del gruppo: “Scriviglielo sulla carta … sono scemi … devi scriverlo sulla carta … scrivi sulla carta in modo che li vanno a prendere”. Similare il ruolo di Luigi Castello, detto “gigino’’, onnipresente nell’immobile di vico Vetriera Vecchia, curava, all’interno del quale si occupava della vendita al dettaglio delle banconote, incaricando i factotum del gruppo per i prelievi dei soldi falsi nei luoghi di custodia, come l’abitazione di Luigi Carriola, quella di Rosario Minauda, il negozio di alimentari e l’abitazione di Teresa Federico, i locali dell’associazione liturgica “Santa Maria dell’Arco Gioia di Lourdes” (Madonna dell’Arco), gestita da Gennaro Castello e l’abitazione di Espedito Mazzocchi.

Banconote false, 64 misure cautelari tra carcere e domiciliari

Il giudice per le indagini preliminari Rosamaria De Lellis ha disposto la misura cautelare del carcere per Domenico Filadoro, Luigi Castello, Enrico Filadoro, Gennaro Castello, Orsola Calise, Assunta Caiazzo, Ciro Muro, Luigi Carriola, Ciro Di Napoli, Teresa Federico, Rosario Minauda , Espedito Mazzocchi, Raffaele Filadoro, Mohamed Abdelaziz, Hicham Mouatassim, Antonietta Castello, Antonella Ciotola, Francesco Esposito, Rosa Fani, Giuseppe Filadoro, Gabriele Manzo, Maria Minei, Cristiano Molè, Ciro Piscitelli, Giovanni Pistillo, Massimiliano Vitale, Gennaro Amabile, Pasquale Capasso, Monica Nava, Salvatore Urzini, Luca Busiello, Alessandro Cervasio, Pasquale Ciprio, Giovanni Daniele, Mario Di Benedetto, Alfredo Festa, Andrea Gargiulo, Enrico Izzo, Salvatore Luongo, Mariano Ruggiero, Domenico Russo, Giuseppe Sorrentino, Ciro Tomassone, Angelo Trovato, Aldo Zaino, Gianluca Zambello, Mario Zambello, Marco Gambino, Giovanni Illuminato, Gennaro Ioime e Valerio Ripoli.

Ai domiciliari sono, invece, finiti Maria Allagrande, Vittorio Armens, Silvana Fierro, Salvatore Garofalo, Tonino Giordano, Francesca Marinelli, Gennaro Novaca, Vincenza Pistone, Salvatore Savino, Vincenzo Torricella, Marco Grieco e Carlo Onorato.

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