8.3 C
New York
mercoledì, Luglio 16, 2025
HomeCronaca'Imbasciate' e prestanome, il boss Marino gestiva i suoi affari dal carcere

‘Imbasciate’ e prestanome, il boss Marino gestiva i suoi affari dal carcere

Gennaro Marino è entrato in in carcere nel 2004, nonostante, ciò è riuscito a creare un impero economico da 19 milioni di euro. Il boss Mckay usava i parenti dei detenuti ai quali affidava le imbasciate da portare fuori dal carcere dal quale dovrà uscire nel 2077.

La Guardia di Finanza e la Direzione Distrettuale Antimafia hanno poi condotto indagini patrimoniale che hanno permesso di identificare 5 persone appartenenti a 3 gruppi familiari. Erano tutti privi di capacità reddituali adeguate ai numerosi beni mobili e immobili, dunque, sono stati sequestrati 18 immobili tra Napoli, Melito, Vitulazio e Corigliano Calabro. Invece sono stati trovate quote di 2 attività di distribuzioni di carburanti e di compravendita immobiliare a Napoli e ad Arzano.

Oggi in applicazione delle disposizioni del Codice Antimafia, i beni sono stati sottoposti a sequestro ed affidati alla gestione di un amministratore giudiziario dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione.

Il blitz delle Fiamme Gialle contro il boss Marino 

I Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso dalla Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia, avente ad oggetto un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore di circa 19 milioni di euro.

Il provvedimento scaturisce da accertamenti economico-patrimoniali eseguiti nei confronti di un pluripregiudicato in stato di detenzione dal 2004 (con fine previsto nel 2077), a seguito di condanne definitive per i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, sequestro di persona, distruzione di cadavere, detenzione e porto illegale di armi da fuoco.

La pericolosità di Marino

Marino era già stato ritenuto portatore di pericolosità qualificata e, perciò, destinatario della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, misura rimasta ineseguita in ragione dello stato di detenzione.

È stata infatti giudiziariamente accertata, anche grazie all’apporto di vari collaboratori di giustizia, la sua affiliazione, prima, al clan Di Lauro e, in seguito, al gruppo degli Scissionisti, nato da una contrapposizione interna al clan che, dalla fine del 2004, ha originato una violenta faida nei quartieri di Secondigliano e Scampia e nei comuni di Melito, Mugnano, Arzano e Casavatore.

Il controllo della cocaina nelle Case Celesti 

In particolare Marino è risultato gestire e controllare le vendite di cocaina nella zona delle Case Celesti di Secondigliano per conto e sotto il controllo dei Di Lauro, ai quali ha fornito un rilevante contributo in numerose vicende delittuose, tra cui quattro omicidi consumati nel 2004.

Transitato con un ruolo di vertice nel gruppo degli Scissionisti capeggiato dal clan Amato-Pagano, Marino ha poi gestito le attività criminali anche di quest’ultimo sodalizio nonostante lo stato detentivo, avvalendosi dei parenti dei detenuti ai quali affidava l’incarico di portare all’esterno le direttive da lui impartite.

Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.