Si è tenuta, nella serata di ieri ad Acerra, una fiaccolata per ricordare Immacolata D’Anna, 48enne madre di quattro figli, bruciata viva dal proprio compagno e morta dopo 4 giorni di agonia nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
La donna, in fin di vita, prima di essere intubata pare abbia accusato proprio il compagno di averle dato fuoco. Il compagno, un 49enne di origini nordafricane, è morto nel rogo dell’appartamento. Il suo corpo è stato ritrovato carbonizzato dai vigili del fuoco.
Ad Acerra una fiaccolata per ricordare Immacolata D’Anna, Borrelli: “Ci si deve ribellare contro la cultura patriarcale, siamo davanti all’ennesima vittima di femminicidio”
In tanti hanno partecipato alla marcia di ieri dedicata a Fortuna, nome con cui la donna era nota, partita da piazza San Pietro. A rompere il silenzio il rumore assordante di campanelli e chiavi agitati da chi ha sfilato.
Tra i presenti anche Rosario Visone, coportavoce regionale di Europa Verde. “Piangiamo l’ennesima vittima di femminicidio”. Così in una nota il deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli assieme a Visone: “Non si può più restare in silenzio di fronte a queste stragi, c’è bisogno – si legge – che la comunità tutta si ribelli contro la cultura patriarcale e dia sostegno alle vittime, sempre. Le violenze di genere sono all’ordine del giorno e solo una piccola percentuale di esse viene denunciata e questo perché troppo spesso sono le vittime ad essere additate ed accusate.
E poi ancora: “Se non si denuncia è difficile debellare il fenomeno e dalle botte tra le mura domestiche si può passare alla tragedia, la storia di Gaia a Pozzuoli fa scuola, solo grazie alla sua forza si è evitato il dramma. Si possono attivare tutte gli sportelli e le linee antiviolenza possibili, ma se non cominciamo a modificare il nostro modo di ragionare, influenzato da secoli di patriarcato e maschilismo, non si può arrivare ad una svolta che comunque deve passare anche attraverso le Istituzioni. Chi denuncia maltrattamenti e violenze, anche psicologiche, spesso non viene creduto o comunque la vicenda viene ritenuta di poco conto. Tutto questo deve cambiare”.