mercoledì, Luglio 23, 2025
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«Cacciati di casa dal boss De Micco», i tentacoli dei Bodo sulle case popolari

Come una piovra pronta ad allungare i tentacoli. E ad impadronirsi del racket delle case popolari. E’ questo uno degli spaccati più inquietanti emersi dalla maxi ordinanza che due giorni fa ha decapitato i clan De Micco e De Martino portando nuovamente in manette il boss di Ponticelli Marco De Micco. Secondo l’indagine, condotta tra il 2021 e il 2022, il clan De Micco-De Martino controllava chi poteva risiedere negli alloggi popolari nel rione Ponticelli. In particolare è stata documenta l’esistenza e l’operatività del gruppo camorristico, operante nell’area orientale del capoluogo e in alcuni comuni della provincia, facente capo alle famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), espressione, sui predetti territori, del più noto clan Mazzarella. Tra i dettagli emersi nel corso delle indagini, c’è la gestione degli alloggi popolari, con tanto di prezziario, all’interno delle cosiddette nel rione Fiat del quartiere Ponticelli. Le indagini hanno dimostrato come il coan gestisse, in modalità monopolistica, il racket degli alloggi popolari, grazie alla capacità di affidare le abitazioni a persone compiacenti e dietro il pagamento dai 2500 ai 5mila euro. Il clan controllava anche i servizi di pulizia dei comprensori popolari di Ponticelli, affidati a soggetti affiliati ai quali gli inquilini erano costretti a rivolgersi.

La ‘cacciata’ dall’alloggio di via Eduardo Scarpetta ad opera del boss De Micco

A capo di tutto Marco De Micco. Proprio sulla sua figura ci sono decine e decine di pagine di verbali dove il capo dei ‘Bodo’ viene descritto come brutale e come pronto a tutto, anche ad impadronirsi della casa di un’anziana. A raccontarlo ai magistrati è stato Antonio Pipolo, l’ex ‘enfant prodige’ della mala di Napoli che ha ricostruito con le sue dichiarazioni gli ultimi anni di camorra a Napoli est. Pipolo ha raccontato, tra i tanti aneddoti, uno che riguarda appunto la mancanza di scrupoli di De Micco che si sarebbe impossessato di un alloggio appartenente ad un’anziana vedova:«Nei lotti 6,10 e 11 il clan De Micco prende una percentuale sulla rendita degli alloggi popolari. In poche parole quando l’occupante dell’immobile si vende l’appartamento di proprietà del Comune il clan prende una percentuale sulla vendita, prende una quota di 2500 o 5mila euro a seconda che l’acquirente sia più o meno gradito al clan. Marco De Micco prima di essere arrestato si è impossessato di un alloggio popolare in via Eduardo Scarpetta cacciando gli occupanti dell’alloggio. Quella casa era originariamente assegnata ad una signora che è poi morta, il figlio lavorava fuori Napoli. Dopo il decesso l’abitazione è stata occupata da alcuni parenti della donna che De Micco ha cacciato. Una volta cacciati dall’appartamento Marco De Micco ha iniziato i lavori di ristrutturazione. Non so come De Micco possa occupare l’alloggio e non so cosa risulti al Comune. So che il dirimpettaio di De Micco che appartiene ai Ciccarelli di Caivano consegnava le bollette della luce a De Micco forse con amicizie al Comune o altrove».