Era il 26 febbraio 2007 quando polizia e carabinieri arrivarono tra i vicoli di Forcella, nel cuore del centro antico di Napoli. Nel ‘ventre molle’ della città scattarono 170 manette, le forze dell’ordine insomma fecero ‘piazza pulita’ dei vecchi e dei nuovi boss della zona legati ai Mazzarella. Ieri la Cassazione ha posto la parola fine al proceso in cui sono stati ricostruiti anni e anni di malaffare nel quartiere un tempo feudo della famiglia Giuliano. Una raffica di ricorsi respinti con qualche sorpresa. Come nel caso di Pasquale Giordano (difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo): condannato in appello a sette anni e indicato come uno degli storici gestori delle piazze di spaccio dei Giuliano, Giordano è stato assolto dalla Suprema Corte (annullamento della sentenza d’appello senza rinvio) che hanno evidenziato come le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia siano state nei confronti di Giordano alquanto lacunose.
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Annullamento senza rinvio anche per Vincenzo Marino (difeso dall’avvocato Enrica Alifano) e Carolina Santoro (quest’ultima difesa dall’avvocato Nello Sgambato). Annullamento con rinvio invece per Bruno Schinardi, Ciro Schinardi, Pasquale Schinardi (difesi tutti e tre dall’avvocato Raffaele Viscovo) e Rosario Postiglione (difeso da Emilio Martino). Rigettati invece i ricordi di Annunziata Falanga, Ciro Filangieri, Guglielmo Giuliano, Salvatore Marino e Ciro Monacella. Dichiarati invece inammissibili i ricorsi di Vincenzo Bottone, Salvatore Brancaccio, Giovanni D’Alpino, Vincenzo D’Avino, Ciro De Tommaso, Giuseppe De Tommaso, Enrico Ferraiuolo, Renato Ferraiuolo, Erminia Giuliano, Angelo Minichino, Maurizio Overa, Pasquale Quagliariello, Luigi Prisco, Giovanni Raia, Antonio Sibillo e Antonio Vicorito.