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giovedì, Luglio 10, 2025
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“Era un mito”, il pentito racconta la latitanza di Marco Di Lauro

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Le dichiarazioni di Salvatore Tamburrino sono fondamentali per i magistrati che, nel corso del tempo, hanno indagato sullo storico clan di Secondigliano. I verbali del collaboratore di giustizia, ex fedelissimo di Marco Di Lauro, sono inclusi nell’indagine che sgominava un’organizzazione internazionale specializzata nel riciclare i soldi dell’Iva.

Tamburrino ha parlato dell’importante ruolo del quarto figlio del boss Paolo Di Lauro nel clan e soprattutto delle sue abitudini nel suo lungo periodo di irreperibilità. «Marco Di Lauro, anche se latitante era rispettato come capo, era diventato un mito e come ho detto interveniva solo per le questioni di maggiore rilievo. Quando Marco era solo, nel senso che i fratelli erano in carcere, nominava i referenti sul territorio».

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«Marco Di Lauro non aveva un rapporto costante sulla vita quotidiana del clan, perché solo quando potevo incontrarlo lo raggiungevo: tra l’altro funzionava in questo modo. Marco mi contattava su un cellulare dedicato, solo da usare con sms, che accendevo dalle 16 alle 17 di ogni venerdì, su cui  ogni tanto perveniva il messaggio di Marco il quale mi chiedeva di ‘andare dalla tua amica’ ed io trovavo i pizzini».

Riciclaggio per i clan Nuvoletta e Di Lauro

Lo scorso 25 giugno i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Varese unitamente a personale della Polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo, della SISCO e della Squadra Mobile di Palermo, eseguivano un provvedimento che disponeva la custodia cautelare in carcere nei confronti di 11 indagati.

Provvedimento emesso dal GIP presso il Tribunale di Milano su richiesta degli uffici di Milano e Palermo della Procura Europea. Le persone colpite dalla misura restrittiva sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere a carattere transnazionale dedita al lavaggio dell’IVA intracomunitaria, al riciclaggio, al reimpiego ed all’autoriciclaggio dei relativi proventi, con l’aggravante del metodo e della finalità di agevolazione dell’associazione camorristica.

2 Marzo 2019, la cattura di Marco Di Lauro: fu preso dopo 13 anni di latitanza

Sabato 2 marzo 2019. Una data che difficilmente sarà dimenticata a Napoli e nell’hinterland partenopeo. Una giornata dai due volti, quello pieno di lacrime per l’uccisione di una giovane mamma a Melito e quello orgoglioso delle Stato per l’arresto di Marco Di Lauro. La storica cattura di uno dei latitanti della camorra più ricercati d’Italia.

A distanza di anni tanti retroscena sono stati svelati, a partire dalle dichiarazioni che fece subito dopo l’arresto quel Tamburrino, braccio destro di Marco Di Lauro, finito in manette dopo aver ucciso la moglie Norina. Fu lui a rivelare il nascondiglio di F4, come anticipato da InterNapoli, poi confermato dalle indagini seguenti.

Il video della cattura di Marco Di Lauro

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