“Sono trattata come una bestia al guinzaglio”. “Da tre mesi sono tormentata dalle punture delle cimici nel letto”. “L’aria è poca, solo quella che filtra dallo spioncino”.
Sono questi alcuni degli impressionanti passaggi contenuti nel memoriale che Ilaria Salis ha scritto di suo pugno. La lettera è arrivata il 2 ottobre scorso al consolato italiano per farlo avere al suo avvocato italiano, che il Tg La7 ha mostrato stasera in esclusiva.
Il testo, che descrive una situazione segnata da condizioni igieniche precarie e scarsa alimentazione, è stato scritto quando Ilaria Salis era in carcere da otto mesi e non aveva avuto ancora la possibilità di parlare con il suo avvocato italiano. ‘Gli avvocati ungheresi – afferma fra l’altro la donna riguardo alle sue condizioni – dicono che non si può fare niente‘.
Chi è Ilaria Salis
Ilaria Salis ha 39 anni ed è un’insegnante di scuola elementare a Monza. Non anarchica, ma antifascista, così si definisce l’attivista che è in carcere in Ungheria dall’11 febbraio 2023 con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di alcuni manifestanti di estrema destra. Liceo Zucchi a Monza, laurea in Storia alla Statale di Milano ha da sempre l’impegno sociale e politico fra le sue priorità.
Non aveva detto alla famiglia che sarebbe andata a Budapest lo scorso anno per protestare contro la manifestazione che raduna gruppi di neonazisti. La manifestazione è organizzata per commemorare le imprese di un battaglione nazista che nel 1945 si oppose all’Armata Rossa.
L’accusa per Ilaria Salis è di aver partecipato agli scontri durante il corteo e di aver aggredito due manifestanti. All’inizio era accusata di altri due reati, ma è stato dimostrato che non era ancora arrivata in Ungheria quando sono stati commessi. Secondo l’accusa la 39enne italiana è una componente di un gruppo di persone dal volto coperto, mostrate in un filmato, che colpiscono due attivisti di estrema destra con dei manganelli. Non è stata arrestata in flagranza, ma fermata alcune ore dopo quando era su un taxi. Era con altre due persone. Le è contestata l’aggravante di aver agito come parte di un’associazione a delinquere tedesca, l’Hammerband.
Gli avvocati della donna hanno detto di non aver avuto accesso alle registrazioni delle telecamere. Prova fondamentale dell’accusa e di aver avuto gli atti del processo tradotti ini italiano e in inglese, con i quali la Salis avrebbe potuto capire esattamente le accuse. Le persone colpite non avrebbero sporto denuncia e le loro ferite sarebbero state guaribili in pochi giorni. L’accusa parla però di lesioni potenzialmente letali.
Dopo l’udienza di lunedì 29 gennaio, quella in cui Ilaria Salis è entrata in aula ammanettata mani e piedi, il processo è stato aggiornato al 24 maggio. Lei si è dichiarata non colpevole rinunciando al patteggiamento di 11 anni e andando a rischiarne più di 20. Otto anni di carcere per lesioni personali, otto per appartenenza a una organizzazione antifascista internazionale. E, essendo due reati cumulati, per ciascun reato si deve aggiungere il cinquanta per cento della pena prevista, per un totale di ventiquattro anni complessivi. Un coimputato tedesco, con accuse minori, si è dichiarato colpevole ed è stato condannato a 3 anni di reclusione.