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Denise Pipitone e Angela Celentano, le storie delle due bimbe scomparse nel nulla

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Denise Pipitone come Angela Celentano.

Di recente il popolo italiano, specie la famiglia di Piera Maggio, ha ricevuto e dovuto metabolizzare anni di speranze e delusioni. Quando l’avvocato della madre della piccola scomparsa a Mazara Del Vallo il 1° settembre 2004 ha rivelato i risultati del DNA, l’Italia s’è sentita un po’ più triste. Anche perché, proprio come Denise, anche per Angela c’è stato un caso analogo: una ragazza sudamericana diceva di essere quella bambina scomparsa. La famiglia della piccola di Vico Equense, sparita improvvisamente, aveva ritrovato quello spiraglio di luce e insieme a loro gli italiani. Tutti uniti. E invece, purtroppo, anche in quel caso l’esito non è stato dei migliori. Anzi. La ragazza non era Angela Celentano.

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Le storie a confronto e il fattore comune: tutti ci hanno sperato

 

ANGELA CELENTANO

Era il 10 agosto del 1996 quando una famiglia decide di fare un pic-nic sul Monte Faito. C’è anche Angela Celentano, una bimba di 3 anni: la piccola era insieme ad altre 40 persone, tutti partecipanti ad una gita annuale con la Comunità Evangelica di Vico Equense.

È poco prima di pranzare che però scatta l’allarme, quando il padre della piccola si accorge dell’assenza della figlia. Iniziano subito le ricerche, durano giorni e giorni, ma di Angela non c’è traccia. Anni di false speranze hanno tormentato la famiglia della Penisola Sorrentina, fino a quando, purtroppo, il caso è stato ufficialmente archiviato. Vale a dire, a distanza di 24 anni, durante i quali una risposta sulla scomparsa della bambina non è mai arrivata. Alcuni testimoni erano stati anche ascoltati, quelli che erano sul posto e, tra questi, qualcuno ha perso anche la vita.

L’annuncio sulla chiusura del caso era stato comunicato dalla redazione di Quarto Grado, anche sui profili social.

“Nessuna verità per Angela Celentano. Archiviata dalla procura di Torre Annunziata l’inchiesta sulla scomparsa della bambina di Vico Equense avvenuta sul monte Faito (Napoli) il 10 agosto del 1996. Si era percorsa la pista messicana sulla base di una foto, ma dopo che la ragazza impressa in quell’immagine era uscita allo scoperto spiegando che non era Angela, le indagini si erano concentrate sulle persone presenti sul monte Faito il giorno della scomparsa. Alcuni testimoni sono morti e dagli altri non sono emersi elementi tali da portare ad una svolta. Grande delusione per la famiglia di Angela che tuttavia non perde la speranza di poterla riabbracciare un giorno”.

LA PISTA MESSICANA Dopo anni e anni è una pista messicana a riaccendere le speranze dei genitori di Angela. Ma a seguito delle indagini, nel 2017, la pista – che ha fatto sperare i genitori di poter riabbracciare la loro piccola – è sfumata. Protagonista di quella vicenda Celeste Ruiz, sulla quale le indagini si erano già concentrate nel 2010. Era stata proprio la giovane sudamericana a contattare i genitori di Angela, sostenendo di essere la loro figlia. I tratti somatici erano simili a quelli della bimba scomparsa, e questo aveva alimentato non poco le speranze della famiglia. 

Celeste non si trova, poi interviene in prima persona. In realtà si chiama Brissia, psicologa messicana, ed è la donna in foto. Peccato, però, che non sia la vera Angela. Un mitomane le ha rubato la foto e si è messo in contatto con la famiglia Celentano. Continuano le indagini, si va avanti, ma altri elementi non ci sono. E così si arriva al triste epilogo: fascicolo archiviato e chiuso definitivamente.

DENISE PIPITONE

Gli spettri della famiglia Celentano, otto anni dopo, colpiscono invece la famiglia di Denise Pipitone, la bimba nata il 26 ottobre 2000. La piccola è scomparsa da Mazara del Vallo, dove abitava, mentre giocava davanti casa in compagnia della nonna. Alle 11:45 circa del primo settembre 2004, la zia l’ha avvistato per l’ultima volta su un marciapiede in strada. Proprio quel giorno scatta l’allarme.

A distanza di anni è arrivata la segnalazione – nota praticamente a tutti – di Olesya Rostova. Ma bisogna ricordare che non si tratta della prima persona accostata al nome di Denise Pipitone. Il 18 ottobre del 2004, infatti,  una guardia giurata è riuscita a trattenere per poco il gruppo e a filmare una bambina. Quest’ultima è in compagnia di alcune persone rom in strada davanti ad un istituto bancario e chiede ad una donna “Dove mi porti?“.

L’ULTIMA SPERANZA CHIAMATA OLESYA – Denise però non si trova. Poi, l’ennesima – e purtroppo falsa – speranza. Il 31 marzo un’infermiera russa residente in Val Seriana segnala al programma televisivo ‘Chi l’ha visto?’ di aver notato una forte somiglianza tra la piccola Denise ed una ragazza ventenne russa partecipante alla trasmissione televisiva Pust Govoryat (tradotto Let Them Talk e in onda sul primo canale russo Pervyj kanal). Il nome della giovane è Olesya Rostova, ma l’ha ricevuto in orfanotrofio. Per questo motivo, alla puntata del successivo 7 aprile, partecipano l’avvocato della madre di Denise, Giacomo Frazzitta, e il corrispondente Rai Marc Innaro. Poi comunicano privatamente, al legale, il gruppo sanguigno di Olesya. Purtroppo, poco dopo, arriva il deludente risultato: Denise non è Olesya.

Negli anni diversi gli spunti presentati agli investigatori, ma le indagini si sono sempre concentrate nell’ambito familiare allargato. Fra gli spunti la pista romanì è stata spesso una costante, che non ha mai avuto alcuna conferma.

Secondo l’ultima ricostruzione proposta dagli inquirenti, Denise sarebbe stata rapita dalla sorellastra Jessica Pulizzi, anche lei minorenne, con la complicità della madre Anna Corona e dell’ex fidanzato Gaspare Ghaleb per motivi sottesi a «vendetta e gelosia perché Denise e Jessica Pulizzi sono figlie dello stesso padre, Piero Pulizzi». La posizione di Anna Corona, indagata in un secondo filone d’indagine per sequestro di minorenne, è stata archiviata dal gip di Marsala nel dicembre 2013.

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Alessandro Pirozzi
Alessandro Pirozzi
Mi presento: mi chiamo Alessandro Pirozzi, sono nato a Napoli ed ho 23 anni. Sono iscritto all'albo dei giornalisti dal 2019 ed amo profondamente la comunicazione, specie quella digitale. Dopo essermi diplomato in un istituto alberghiero, ho iniziato a 18 anni il mio percorso lavorativo con InterNapoli.it nel 2016, collaborando anche in qualità di freelancer con diverse testate digitali come Blasting News. Ho scritto per 'Cronache di Spogliatoio', giornale sportivo online, e per la testata locale AbbiAbbè.it.
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