Due semplici teli da mare, apparentemente insignificanti, potrebbero celare uno degli enigmi più inquietanti ancora irrisolti nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia in via Pascoli 8.
Il 21 giugno 2008, quasi un anno dopo il delitto, Rita Preda – madre della giovane vittima – segnala ai carabinieri la sparizione di due asciugamani in spugna, solitamente riposti nella taverna-cantina dell’abitazione. La donna, durante un interrogatorio davanti al capitano Gennaro Cassese della Compagnia dei Carabinieri di Vigevano, redige un verbale di ben 33 pagine in cui descrive nei dettagli l’accaduto.
I due teli – uno azzurro, l’altro verde acqua, entrambi decorati con disegni floreali – erano custoditi nel terzo cassetto di una cassettiera, secondo la memoria nitida della madre. L’ultima volta che li vide fu il 5 agosto 2007, pochi giorni prima della partenza per le vacanze in Trentino, e otto giorni prima del delitto. Dopo il dissequestro dell’abitazione, il 16 aprile 2008, Rita e il resto della famiglia poterono finalmente rientrare nella villetta. Durante il riordino degli ambienti, scoprì che solo quei due teli risultavano inspiegabilmente scomparsi.
La loro assenza risulta ancor più inquietante perché la cassettiera si trovava nella cantina accessibile solo dall’interno dell’abitazione, scendendo una scala dove – proprio sul nono dei tredici gradini – fu ritrovato il corpo senza vita di Chiara, con la testa poggiata su uno scalino. Per prendere quei teli, l’assassino avrebbe dovuto conoscere sia la presenza della cassettiera, sia il suo contenuto, agendo con sorprendente freddezza e determinazione nel pieno della scena del crimine.
Ma se davvero il killer è sceso in cantina per prelevarli, perché non ha lasciato tracce evidenti sulle scale, come invece avvenuto in altri punti della casa? Un dubbio che alimenta un’ulteriore ipotesi: i teli potrebbero non essere stati presi dopo il delitto, ma trovarsi già fuori dal cassetto, magari utilizzati da Chiara nei giorni precedenti. Ma per quale motivo due? Perché anche il secondo telo, quello verde acqua, e non soltanto l’azzurro, che la ragazza usava abitualmente per rilassarsi in giardino?
Il mistero resta fitto. La signora Preda ha escluso che i teli siano stati presi durante le visite consentite in fase di sequestro. Anche il marito e il figlio, interrogati informalmente, hanno negato di averli presi. E nella lavanderia, dove Chiara non aveva ancora avuto il tempo di lavare la biancheria lasciata dalla madre, non ve n’era traccia.
A distanza di anni, quei due teli non sono mai più stati ritrovati. Un dettaglio apparentemente marginale, ma che potrebbe rivelare molto più di quanto sembri. Un’assenza silenziosa che continua ad aleggiare sul giallo di Garlasco.