[nextpage title=”L’ipotesi dell’autoriciclaggio”]
Il titolare della pizzeria Dal Presidente di via Tribunali e sua moglie sono tra le 5 persone arrestate stamattina dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che ipotizza i reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dall’agevolazione del clan Contini.
[nextpage title=”I nomi degli arrestati”]Il gip di Napoli Giovanni de Angelis ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 49enne Massimiliano Di Caprio e per la moglie 47enne Deborah Capasso. In carcere è finito anche il 49enne Vincenzo Capozzoli, considerato esponente del clan Contini e, secondo gli investigatori, titolare occulto della pizzeria.
Per altri due indagati il gip ha disposto gli arresti domiciliari: si tratta di Giulia Nappo e Guido Albano. Secondo la ricostruzione degli investigatori la titolarità della società La Regina dei Tribunali, gestrice della famosa pizzeria nel centro di Napoli, era stata attribuita fittiziamente alla moglie di Di Caprio attraverso una serie di atti di modifica dell’assetto societario.
[nextpage title=”La ricostruzione del pentito”]
Le indagini, culminate nell’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli De Angelis hanno origine nelle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia il quale ha riferito in merito alla riconducibilità della pizzeria Dal Presidente ad esponenti del clan dell’Alleanza di Secondigliano. Secondo la ricostruzione fornita dal collaboratore di giustizia, Di Caprio sarebbe entrato a far parte della pizzeria come socio dopo la richiesta di aiuto presentata dall’ex titolare che si era ritrovato in difficoltà economiche.
[nextpage title=”Il ‘vero’ gestore”]
Le indagini hanno permesso di stabilire che la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anche lui con precedenti penali, titolare pure di un’attività di vendita di prodotti da forno. Sarebbe stata appurata anche la fittizia intestazione di un’impresa individuale operante nel settore dei servizi turistici, che il precedente titolare sarebbe stato costretto a dismettere a causa di minacce, percosse e intimidazioni, e di sette immobili di pregio situati a Napoli.
Gli indagati, secondo quanto emerso, hanno reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto di beni immobili ben 412.435 euro versati in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Il denaro è stato sequestrato insieme con le quote delle società, l’impresa individuale e gli immobili intestati a prestanome.