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Chi è Ilaria Salis, la cittadina italiana in catene nell’aula di tribunale: rischia una pena fino a 11 anni di reclusione

Ilaria Salis incatenata al processo in Ungheria
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La trentanovenne di Monza Ilaria Salis, detenuta in carcere da quasi un anno in Ungheria, è arrivata in aula per il processo con una catena alle mani e lunga fino ai piedi. Oltre al padre, si è espresso duramente anche il ministro degli esteri Antonio Tajani.

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Il caso di Ilaria Salis 

L’insegnante Ilaria Salis che , il 9 febbraio dell’anno scorso, è stata arrestata in Ungheria per aver partecipato ad un’aggressione ad alcuni militanti estremisti di destra. Benché sia passato quasi un anno, soltanto adesso si è aperto il processo, con un’accusa di ben undici anni di reclusione nelle celle di Budapest.

Secondo i quotidiani ungheresi, Ilaria si è sempre dichiarata innocente a differenza del computato tedesco che si è dichiarato colpevole e costretto a scontare 3 anni.

Le catene e la rabbia del padre Roberto

L’altro giorno però, all’inizio del processo, Salis è stata scortata in aula con delle catene alle mani che scendevano fin lungo i piedi, tenuta al “guinzaglio” al cinturone del soldato. In prima fila c’era il padre che si è espresso molto duramente per le condizioni di sua figlia secondo lui “trattata come un animale”. 

“Credo – continua il padre Roberto –che l‘Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice”.

Le parole di Tajani

Oltre al padre, anche il ministro Tajani ha avuto parole di forte critica contro l’iter giudiziario ungherese. Ha giudicato tutto ciò come “una violazione delle norme comunitarie”.  “Deve scontare la pena, ma il rispetto della persona, anche di un detenuto, deve esserci come di qualsiasi persona umana“.  Ha concluso così la sua intervista Tajani che segue il caso con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, molto vicino alla famiglia Salis.

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