Clamoroso colpo di scena nel processo su politica e camorra a Melito, inchiesta che ha portato poi allo scioglimento del Comune per infiltrazioni della camorra. L’ex sindaco Luciano Mottola è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. Questo sicuramente il dato più importante che emerge nella sentenza emessa stamattina nel processo col rito abbreviato, che vede imputati 17 soggetti finiti nell’inchiesta della DDA nell’aprile dello scorso anno per voto di scambio politico mafioso, attentati ai diritti politici del cittadino, associazione di tipo mafioso, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione.
Il sostituto procuratore Giuliano Caputo aveva chiesto 10 anni di carcere per l’ex sindaco Luciano Mottola, che oggi compie 40 anni, eletto nel 2021 alla guida di una coalizione di centrodestra. Il gip del tribunale di Napoli dott. Fabio Lombardo ha ritenuto insussistenti le prove a carico di Mottola (difeso dagli avvocati Alfonso Quarto e dal cugino omonimo Luciano Mottola) assolvendono dal capo di imputazione contestatogli.
Assolto con formula piena anche l’ex presidente del Consiglio Consiglio Rocco Marrone per il quale erano stati chiesti 12 anni di reclusione.
Tra le condanne si evidenziano quelle per SIVIERO GIUSEPPE anche se bisogna evidenziare che, a fronte di un’iniziale richiesta di 15 anni e sei mesi avanzata dalla Procura il ras è stato condannato a dieci anni venendo assolto dal capo tre, quello relativo al patto elettorale politico-mafioso. Accuse non considerate dal giudice che ha invece pienamente condiviso la linea seguita dal legale di Siviero, l’avvocato Annalisa Senese, riuscita a ridimensionare le accuse per il suo assistito; SIVIERO Francesco condannato alla pena di anni otto e mesi otto di reclusione; DELLA GAGGIA Francesco condannato alla pena di anni otto e mesi otto di reclusione; DE LUCA Luciano condannato alla pena di anni otto e mesi quattro di reclusione: ne rischiava dieci e sei mesi, condanna più lieve grazie alle argomentazioni del suo legale, l’avvocato Gandolfo Geraci; CHIARIELLO Salvatore e MARRONE Vincenzo condannati alla pena di anni otto di reclusione; DE STEFANO Antonio, NAPOLETANO Edoardo e TUTINO Luigi condannati alla pena di anni otto di reclusione. De Stefano rischiava dieci anni e sei mesi ma grazie all’abile strategia difensiva dei suoi legali, gli avvocati Gandolfo Geraci e Luigi Senese è riuscito a limitare i danni. Stessa condanna rischiava Tutino che era difeso dal solo avvocato Geraci. CUOZZO Antonio e RUGGIERO Luigi colpevoli dei reati agli stessi ascritti ai capi 1) e 8) della rubrica, limitatamente alle condotte poste in essere fino al 4.10.2021, e, concesse le circostanze attenuanti generiche, ritenuta la continuazione ed operata la riduzione per il rito, li condanna alla pena di anni cinque e mesi quattro di reclusione; Cuozzo in particolare rischiava 12 anni di carcere e fondamentale si è rivelata la linea seguita dal suo legale, l’avvocato Leopoldo Perone che ha fatto assolvere Cuozzo dall’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. ASCIONE Marco condanna alla pena di anni quattro e mesi otto di reclusione; ROSTAN Emilio condanna alla pena di anni due e mesi otto di reclusione; condanna minima per MARTINELLI Rosario indicato dalla Procura come l’anello di congiunzione tra l’allora reggente degli Amato-Pagano Vincenzo Nappi e la lista Marrone: le accuse a suo carico si sono fortemente ridimensionate grazie alla linea difensiva seguita dal suo legale, l’avvocato Paolo Gallina, che, da un’iniziale richiesta di dieci anni è riuscito a spuntare una condanna al ribasso ad un anno e otto mesi di reclusione con l’assoluzione per il suo assistito dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
ASSOLTI:
RUGGIERO Luigi dal reato allo stesso ascritto al capo 2) della rubrica, per non aver commesso il fatto; – CICCARELLI Rosario, CUOZZO Antonio, MARRONE Rocco, MOTTOLA Luciano, ROSTAN Emilio, RUGGIERO Luigi e SIVIERO Giuseppe dal reato agli stessi ascritto al capo 3) della rubrica, perché il fatto non sussiste; CUOZZO Antonio e RUGGIERO Luigi dal reato agli stessi ascritto al capo 8) della rubrica, limitatamente alle condotte poste in essere dopo il 4.10.2021, perché il fatto non sussiste; – CICCARELLI Rosario dal reato allo stesso ascritto al capo 10) della rubrica, perché il fatto non sussiste; – TUTINO Luigi dal reato allo stesso ascritto al capo 12) della rubrica, per non aver commesso il fatto. Letti gli artt. 300 comma 1 e 532 comma 1 c.p.p.
Dichiarata la cessazione della misura degli arresti domiciliari disposta nei confronti di MARRONE Rocco e di CICCARELLI Rosario.