Home Cronaca Insegnante di Napoli muore quattro giorni dopo il vaccino: scatta la denuncia

Insegnante di Napoli muore quattro giorni dopo il vaccino: scatta la denuncia

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Non è una famiglia no-vax, quella che ieri ha presentato denuncia ai carabinieri. Chiede solo di capire com’è morta Annamaria Mantile, 62 anni, napoletana del Vomero, elegante insegnante di inglese. «Si è sentita male due ore dopo l’iniezione e non si è più ripresa», racconta il fratello Sergio, sociologo, che mette l’uno dietro l’altro i fatti.

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Sabato 27 febbraio, ore 12,30. La professoressa raggiunge il padiglione 1 della Mostra d’Oltremare per la prima dose del farmaco. Subito dopo, ritorna a casa, in via Bernardo Cavallino. È il suo appartamento di ragazza, mai lasciato per assistere la madre anziana, con le sue foto e quelle della nonna, in bianco e nero, che sorridono sulle pareti nella sala da pranzo. Già nel pomeriggio, Annamaria inizia ad avere la nausea, conati di vomito, dolori addominali e senso di spossatezza. Contatta il medico di famiglia, che le prescrive una flebo per idratare l’organismo, più un altro medicinale contro gli spasmi. «Sembra migliorare», dice Sergio al maresciallo della caserma di piazza Medaglie d’Oro. «Ma mia sorella il giorno dopo sviene». Il mattino seguente, le condizioni appaiono stabili. Quel malessere non passa. D’improvviso, peggiora.

L’insegnante gelida dopo il vaccino

«A distanza di quattro giorni dalla somministrazione del vaccino AstraZeneca, mia madre dice Annamaria è gelida», piange il fratello, ricostruendo gli ultimi attimi. «Mi precipito da Castel Volturno a casa, nel frattempo un cardiologo le pratica un elettrocardiogramma senza riscontrare anomalie. A eccezione del battito un poco accelerato». Annamaria ha sete. Beve più volte, aiutata dai parenti. Ma più niente è un sollievo. «Non riesce a reggere il capo, ha gli occhi aperti e lo sguardo è assente». Torna il medico, le pratica un massaggio per rianimarla, e interviene pure una squadra del 118: l’ambulanza si ferma sotto il palazzo giallo. Riparte vuota.

Come può un genitore sopravvivere alla morte di un figlio?», si dispera Grazia. Intorno, gli altri tre suoi ragazzi dai capelli grigi. Il primogenito è un neuropsichiatra di livello, tra i medici che si sono immunizzati con convinzione per proteggere se stesso, i suoi pazienti e tutta la comunità. E anche questa madre di 91 anni, che non può più trovare pace, è nella lista dei 33mila anziani che hanno aderito alla campagna di prevenzione.

La famiglia chiede di avviare tutti gli accertamenti del caso per chiarire le cause del decesso. Fino all’esito non può essere stabilita alcuna correlazione. «Annamaria non aveva malattie, assumeva esclusivamente un integratore per il colesterolo. Nemmeno la pillola per la pressione», afferma la madre, e il fratello lo riporta con esattezza ai militari, indicando i riferimenti e i numeri di telefono dei medici che l’hanno assistita fino a ieri mattina.

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