L’ultima inchiesta sulle infiltrazioni della camorra nelle ultime campagne elettorali del Comune di Giugliano trova riscontro in diverse intercettazioni ambientali. Non tutto il clan era d’accordo a fare i voti ad Antonio Poziello, c’era infatti chi, come il boss Giuliano Amicone, preferiva che il clan non si schierasse politicamente per non dare nell’occhio alle forze dell’ordine.
Nell’ottobre 2020, quando era in corso la campagna elettorale tra Poziello e Pirozzi, viene captata una conversazione in cui Andrea Abbate, figura chiave dell’inchiesta in quanto ritenuto dagli inquirenti il mediatore tra politica e camorra, viene rimproverato pesantemente da Amicone in quando non condivideva l’impegno nella campagna elettorale deciso da Pirozzi Domenico (“no ce l’aveva con lo zio ce l’aveva”), al quale avrebbe detto che doveva cessare la campagna elettorale (“si deve togliere da mezzo! ora glielo dico io!”) e che il comando del clan non doveva essere nelle sue sole mani (“poi se volete comandare voi comandate voi!”).
Dunque Amicone decise di restare neutrale e contestò la decisione di Mimì ‘o pesante richiamando Andrea Abbate a ad atteggiamenti più prudenti al fine di non attirare lattenzione degli inquirenti. Infatti Giulianiell ‘o sicc, così come viene chiamato in gergo Amicone, sosteneva che l’impegno incessante di Abbate di altre persone vicine al clan nella
campagna elettorale in favore di Poziello avrebbe potuto attirare l’attenzione delle forze dell’ordine sulla compagine camorristica.