Dalla Serbia alla Russia, passando per l’Italia, sicuro passato e probabile futuro. Magari ancora con la maglia del Napoli. Nikola Maksimovic torna a parlare dei colori azzurri e lo fa direttamente da Mosca, dove dallo scorso gennaio difende i colori dello Spartak, arrivato in prestito proprio da Napoli. «Sono nato in una piccola città serba, è stato difficile come per tanti altri connazionali venire fuori, ma amavo questo sport come oggi amo il mio lavoro», ha confessato Maksimovic al sito ufficiale dei russi.
«Per i miei genitori lo studio era la cosa più importante, così quando mi mettevano in punizione per i brutti voti volevo solo scappare dalla finestra per poter andare a giocare con i compagni», ha confessato il centrale. InItalia le luci della ribalta. «I primi anni a Torino sono stati positivi, siamo andati in Europa e ho ricevuto le prime offerte. Ma non me la sentivo di lasciare i granata. Dopo la seconda stagione, il Napoli era pronto a scommettere su di me, ma la società mi convinse a restare. Poi arrivò l’infortunio, non giocai per cinque mesi. A fine stagione il Torino mi voleva trattenere ancora. Dissi a Mihajlovic che potevo rimanere, ma alle condizioni che mi aveva offerto il Napoli. Cairo mi rispondeva sempre che doveva ancora pensarci, ma il campionato stava per iniziare, decisi così di andare in Serbia quando il presidente iniziò a non rispondere alle mie telefonate. Quando il Napoli tornò forte su di me, dovevo andare a fare le visite mediche: ero a Francoforte per un aereo, ma fu dichiarato un allarme terrorismo e passammo la notte lì».
Alla fine il passaggio in azzurro si completò, ma nei due anni di Napoli non ha trovato la fortuna sperata. «All’inizio, a causa di un infortunio, non ho trovato spazio nel Napoli, anche perché c’erano altri titolari in squadra. Sarri non ha nulla contro di me, è un ottimo allenatore, professore di calcio, semplicemente sceglie di giocare sempre con la stessa squadra se non ci sono squalifiche o infortuni. Questo è il motivo per cui ho scelto lo Spartak e sono venuto qui a gennaio, anche perché è in Russia che si giocherà la prossima Coppa del Mondo».
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