È morto nelle scorse ore in località protetta Luigi Cimmino, ex boss del Vomero da qualche anno collaboratore di giustizia. L’ex boss di salita Arenella era malato da tempo e aveva ottenuto gli arresti domiciliari proprio a causa del brutto male che non gli ha lasciato scampo.
Cimmino balzò agli onori delle cronache per essere stato obiettivo designato del commando di sicari del clan Alfano che nel giugno del 1997 entrò in azione in salita Arenella sparando all’impazzata nel tentativo, vano, di assassinarlo. Uno di quei colpi uccise l’innocente Silvia Ruotolo. Dopo aver scontato una lunga condanna Cimmino fu nuovamente arrestato per poi decidere di passare con lo Stato nel 2018 svelando il sistema del racket negli ospedali a Napoli. Un sistema ben oleato. Capace di generare guadagni di capogiro. E’ il sistema che per anni ha inquinato gli ospedali di Napoli. Un sistema fatto di racket e imposizioni svelato dall’ex boss del Vomero Luigi Cimmino:«Ho deciso di cambiare veramente vita perché sono stanco», queste le prime parole di Cimmino, che già qualche anno prima aveva annunciato di essere pronto a pentirsi per poi disattendere le promesse e ritrattare. Per gli inquirenti quello fu un vero e proprio ‘falso’ pentimento. Cimmino ha iniziato parlando delle imposizioni del clan negli ospedali della zona collinare raccontando anche un inedito retroscena che riguarda suo figlio Diego, anch’egli arrestato nel maxi blitz di qualche anno fa. «Delle estorsioni negli ospedali della zona collinare si è sempre occupato in prima persona e personalmente, per conto del mio Andrea Basile il quale prendeva e ritirava i soldi, periodicamente, presso tutte le imprese che operavano negli ospedali Monaldi, Policlinico, Cardarelli, Cotugno e Pascale che si occupavano sia della manutenzione delle strade, sia delle pulizie, della manutenzione dei giardini, della fornitura di televisori, dei servizi di lavanderia, della fornitura di latte. Per essere ancora più preciso i due referenti che per conto della camorra si occupavano di tutto ciò che riguardava gli ospedali e di tutte le connesse attività illecite erano, come ho detto, il Basile Andrea per conto del clan del Vomero ed un certo Giulio. mi pare, De Angioletti per il clan dei Capitoni, facente capo alla famiglia Lo Russo di Miano; nel dettaglio il Policlinico (collocato nella zona collinare) era appannaggio dei “Mianesi” e se ne interessava il De Angioletti; del Monaldi, del Pascale, del Cotugno e del Cardarelli sì interessava Andrea Basile, tuttavia so per certo che anche in tali ultimi ospedali il De Angioletti aveva suoi interessi».
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