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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Napoli. Morta dopo il parto a 43 anni, il compagno e il fratello: “Vogliamo la verità”

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Andrea Cannavale racconta la tragedia che ha vissuto e parla e ricorda Vincenza, la sua “bella e dolce” compagna, “quella giusta che aspettavo da una vita”, morta solo qualche ora dopo aver messo al mondo Vincenzo, il nome del nonno, per tutti Enzo, indimenticato attore napoletano. In un’intervista al Mattino parla del dramma vissuto e chiede giustizia.

«In poche ore sono stato travolto da una valanga di amore inarrestabile. Neanche quando è morto mio padre le testimonianze di affetto, e di accorata partecipazione, sono state tali e tante Ho ricevuto, credo, un migliaio di messaggi, oltre cinquecento non sono riuscito ancora a leggerli. Parole di cordoglio e solidarietà da persone che neanche conosco, telefonate, visite, vecchi amici ritrovati dopo anni, baby sitter e medici pediatri che si offrono di occuparsi del piccolo. Una giovane mamma di Benevento voleva perfino regalarmi del latte. Straordinaria».

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Gesti che fanno bene al cuore.

«La benzina che in questo momento mi serve per cercare di andare avanti. Appena avrò riacquistato un po’ di lucidità, insieme con la sua famiglia, voglio creare un’associazione culturale nel nome di Vincenza, devo, anzi dobbiamo, portare avanti il lavoro straordinario che aveva messo in campo per valorizzare Napoli, la sua arte, i monumenti: era innamorata di questa città e voleva farla conoscere nel mondo». 

Ci stava anche riuscendo.

«Il suo “spazio” a Palazzo Serra di Cassano era diventato un punto di riferimento per il mondo della cultura partenopeo: mostre, incontri, presentazioni di saggi, volumi. Poi il rapporto imprescindibile con i turisti che accompagnava personalmente alla scoperta delle cavità. Era l’anima della Galleria borbonica».

Le parole del fratello

«Monte di Dio ha perso il suo sorriso». Le parole di Gianluca Donzelli fanno rabbrividire, oltre che trattenere a stento le lacrime. Perché sua sorella Vincenza, scomparsa a 43 anni dopo aver dato alla luce un bimbo di 4 chili che oggi ne porta lo stesso nome, era questo e anche di più per la zona nobile a ridosso di piazza del Plebiscito. La donna che era considerata “l’anima” di Palazzo Serra di Cassano e della Galleria Borbonica che oggi, grazie a lei, è uno straordinario e suggestivo labirinto di viscere che attrae visitatori, non c’è più.

«Ero felice di riabbracciare dopo due anni lei, mia madre che fino a poco tempo fa faceva volontariato per i bimbi ricoverati in ospedale e mio padre, che purtroppo è gravemente malato». Ed è a lui che Gianluca sta evitando il dolore più grande, la perdita dell’adorata figlia. Una figlia che proprio dal papà aveva recepito quell’amore per l’arte che ne avevano reso una figura di primo piano nella promozione di attività ed eventi culturali a Napoli. «Mio padre è un imprenditore edile – spiega – io e mia sorella siamo cresciuti dietro le quinte nelle stanze dei musei. Lui ci ha insegnato ad amare l’arte e la storia di questa città». Diplomatasi operatrice turistica Vincenza avrebbe voluto in realtà studiare al liceo artistico, «indirizzo che più la rispecchiava, come dimostra la sua passione per le mostre e la pittura. Così ha seguito le orme paterne e a un certo punto ha deciso di aprire il suo spazio a Monte Di Dio». Da lì è partita l’avventura, da quei locali dell’Interno A14 (di sua proprietà), dove si era lasciata immortalare insieme a ospiti “vip” come Alberto Angela e dove fino a pochi giorni prima di partorire ha accompagnato i visitatori alla scoperta della “Via delle Memorie”, come racconta Minin: «Ho creduto subito nel suo progetto. Nella prima parte della visita, a supporto di una delle nostre guide, mostrava ai turisti il filmato di come nel 2016 le stravolsi la vita sbucando in casa sua dal pavimento. Da allora abbiamo lavorato in sinergia per valorizzare quel luogo». 

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