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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Napoli, si abbassa la mascherina per mangiare un dolce: multa da 400 euro

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Ha davvero dell’assurdo la storia raccontata a La Radiazza, programma di Gianni Simioli su Radio Marte. Una ragazza sarebbe stata multata a Napoli poiché non avevano la mascherina, che avrebbe abbassato solo momentaneamente per mangiare un dolce.

La vicenda è stata raccontata a La Radiazza di Gianni Simioli dal fidanzato della giovane, Ciro. “Stavamo facendo una passeggiata a Via Toledo, a Napoli, e siamo entrati in una nota gelateria per prendere un dolcetto. Siccome la gelateria non ha i posti all’interno per consumare, siamo usciti fuori.

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Multa da 400 euro perché si abbassa la mascherina

Una volta in strada, la mia ragazza si è abbassata la mascherina per consumare il dolcetto. Nel momento in cui l’ha finito e ha gettato la carta, è passata una volante dei carabinieri. Il militare è sceso dalla macchina e ci ha chiesto i documenti per un controllo, dopodiché ha cominciato a scrivere un verbale. Quando io ho chiesto cosa stesse succedendo, il carabiniere mi ha spiegato che stava multando la mia ragazza che era senza mascherina”.

Ciro avrebbe tentato di spiegare che la sua fidanzata si era abbassata la mascherina solo per mangiare un dolce. Il carabiniere avrebbe proseguito con la multa di 400 euro. Stando al racconto di Ciro, il militare ha spiegato di non aver visto la giovane mangiare, e di averla avvistata solo da lontano. L’aspetto più assurdo della vicenda è che nel frattempo accanto al carabiniere sarebbero passate due ragazze senza mascherina e una donna che stava fumando, totalmente inosservate.

«Gli abbiamo fatto notare che la legge è uguale per tutti e che in quel caso stavano colpendo solo noi, ma l’agente ha iniziato ad alterarsi e a dire che potevamo contestarlo – ha spiegato ancora Ciro –. Poi ci ha consegnato il verbale che noi non abbiamo firmato. Non è possibile pagare una multa di 400 euro perché si sta facendo una cosa normalissima, come mangiare un dolce per strada senza mascherina. Tra l’altro, la mia fidanzata è disoccupata e quel verbale non lo può pagare». Un provvedimento per cui la ragazza ha tutta l’intenzione di fare ricorso. «Abbiamo lo scontrino su cui è segnato come orario 18.25, mentre sul verbale c’è scritto 18.27 – ha sostenuto il ragazzo –. In più ci sono gli impiegati della gelateria disposti a confermare la nostra presenza nel locale poco prima che ci fermassero i carabinieri».

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