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venerdì, Luglio 4, 2025
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“Non aprire la porta e chiamare sempre il 112”, l’appello del colonnello per prevenire le truffe agli anziani

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Delle vere e proprie basi logistiche e centri di comando dietro le truffe agli anziani. Tutto ciò emerge dall’inchiesta della Procura di Napoli Nord relativa alle truffe agli anziani, con base a Giugliano e attiva in tutta l’area nord di Napoli nonché in tutta Italia.

Truffe agli anziani da Napoli in tutta Italia, come agivano e come erano organizzate le associazioni criminali

Ma come erano composte queste organizzazioni criminali? I componenti si dividevano in “centralinisti” e “trasfertisti”. Le vittime venivano contattate telefonicamente (i malviventi usufruivano di elenchi telefonici come le Pagine Bianche, ndr), e gli elementi fondamentali per mettere a segno la truffa erano due: rapidità e paura. Il primo fattore serviva per dare il meno tempo possibile alla vittima di realizzare ciò che stava accadendo e di dubitarne, mentre il secondo andava a colpire psicologicamente la vittima, che presa dalla paura che potesse capitare qualcosa di male a un proprio caro, cedeva.

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E spesso le truffe messe a segno risultavano molto fruttuose. Il ricavato è stato quantificato in circa 1 milione di euro al mese il giro di denaro delle truffe. Le indagini, hanno consentito di far luce sulle attività criminose, svolte in parte a Milano, Pesaro, San Giovanni Lupatoto (Verona), San Severino Marche, Novara, Avellino, Napoli, Salerno, oltre che a Sparanise, Giugliano in Campania, Lusciano, Casoria, Caivano e Marano di Napoli.

“Non aprire la porta e chiamare sempre il 112”, l’appello del colonnello per prevenire le truffe agli anziani

“Quest’attività ci dà l’occasione per fare nuovamente un appello, che già facciamo regolarmente e più nello specifico agli anziani. Non bisogna fidarsi delle apparenze, non aprire la porta perché nessun operatore pubblico si presenterà senza aver preannunciato agli ufficiali una propria visita. Ma, cosa principale, nessuna forza di polizia chiederà denaro per svolgere le proprie funzioni o per evitare una denuncia o un arresto. Tantomeno verranno chiesti gioielli equivalenti alla somma di denaro richiesta”. Queste le parole preventive usate, a margine della conferenza odierna presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord, dal Tenente Colonnello Paolo Leoncini, comandante del gruppo dei carabinieri di Castello di Cisterna.

Che poi prosegue: “La loro condotta tipo partiva dalla scelta della vittima e dal contatto del “centralinista”, che prospettava alla vittima designata una situazione molto grave, e cioè l’arresto di un parente, più nello specifico di un figlio o di un nipote. E venivano chiesti dei soldi per poter porre rimedio a questa situazione. Contestualmente i trasfertisti si presentavano a casa delle vittime per ritirare le somme richieste. Durante l’atto criminale, la telefonata non si interrompeva mai, laddove la vittima, nel caso dovesse insospettirsi, non avrebbe avuto modo di avvisare parenti o comunque le forze dell’ordine. Ragion per cui, chiamare sempre il 112 qualora si dovessero ricevere visite di questo tipo”.

“Non sono emersi legami con i clan”

E conclude: “In queste organizzazioni c’erano anche dei veri e propri centri di comando o basi logistiche Ne sono stati documentati diversi, perlopiù nell’area nord della provincia di Napoli. Queste basi venivano spesso cambiate proprio per minare le eventuali attività investigative o comunque per sviare eventuali indagini nei loro confronti. I soggetti tratti in arresto non risultano legati ad alcun clan di camorra nello specifico”.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.
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