La deadline della tregua tra i clan della zona flegrea è datata 2020. Nel giro di pochi giorni escono dal carcere Vitale Troncone, boss di Fuorigrotta, e suo figlio Giuseppe. A partire da quel momento inizia un periodo di forte instabilità nell’area occidentale di Napoli: i gruppi sono in subbuglio anche perchè Troncone inizia subito a farsi largo. Da lì a poco sarà guerra come anticipato in più di un articolo da Internapoli.it (leggi qui la storia della guerra flegrea) e come ricostruito nell’ultima ordinanza eseguita questa mattina a carico dei Troncone e dei loro alleati, i Frizziero della Torretta di Chiaia. Questa mattina infatti i carabinieri hanno notificato 15 misure di custodia cautelare in carcere e 6 arresti ai domiciliari. Notificate anche 3 misure interdittive dell’attività imprenditoriale, una delle quali riguarda un agente della polizia penitenziaria. In circa 500 pagine c’è tutta la storia criminale recente di Fuorigrotta ricostruita grazie anche al racconto dei collaboratori di giustizia che indicano l’inizio della guerra nell’omicidio di Gaetano Mercurio, storico colonnello dei Troncone, colpito in un agguato avvenuto in via Terracina a marzo del 2020 (per poi morire un mese dopo in ospedale). Tra i primi a parlare di quell’agguato Youssef Aboumuslim, ex braccio destro del boss di Bagnoli Massimiliano Esposito, quest’ultimo acerrimo nemico degli stessi Troncone. Youssef tira in ballo gli Iadonisi per quel delitto (anche se è da chiarire che al momento non vi è nessun indagato e che si tratta di dichiarazioni che attendono riscontro):«Di questo omicidio ne sono a conoscenza perchè mi recai una volta a casa di Mariano Frizziero dal quale avevo appreso le circostanze di questo. Di questo omicidio ricordo che gli Iadonisi ci fecero capire che erano stati loro ad uccidere Mercurio, soggetto molto vicino a Vitale Troncone il quale, subito dopo l’omicidio e per i contrasti con i Volpe si allontanò da Fuorigrotta. Ricordo che Iadonisi aveva avuto una discussione con Vitale Troncone che minacciò lo Iadonisi».
I contrasti con i Volpe e l’isolamento di Troncone
Nell’ordinanza viene ricostruito un altro passaggio chiave, i contrasti tra Antonio Volpe e il gruppo di via Caio Duilio, passaggio già anticipato dal nostro giornale. Secondo le informative delle forze dell’ordine alla fine del 2019 Massimiliano Esposito, boss dell’omonimo gruppo di Bagnoli, inizia la sua ‘scalata’ a Fuorigrotta. Fatto questo che non può piacere ai gruppi ‘autoctoni’ in primis gli Iadonisi che cercano così di organizzarsi consigliando ai gruppi locali di fare fronte comune contro l’invasore. Richiesta che cadrà nel vuoto specialmente per quanto riguarda il fronte Troncone con Vitale da sempre fautore della linea ‘Fuorigrotta ai fuorigrottesi’. Troncone, secondo indiscrezioni filtrate in ambienti investigativi, non avrebbe preso sul serio quelle richieste ma anzi avrebbe risposto picche ribadendo che solo con l’avanzata degli Esposito ci si era resi conto del pericolo, allarme lanciato già anni prima dallo stesso Troncone. Sarebbe questo diniego a determinare l’incrinarsi dei rapporti tra i clan di Fuorigrotta con i Baratto-Volpe a mediare. Le frizioni con quest’ultimi iniziano quando il vecchio patriarca Antonio Volpe ammonisce Troncone. A rivelarlo è stato Genni Carra, ex colonnello dei Cutolo del Rione Traiano.
Le rivelazioni di Genni Carra
In un verbale datato febbraio 2022 Carra spiega ai magistrati:«Vitale Troncone mi fu presentato da Antonio Volpe nel 2013 e a quell’epoca i rapporti tra i due erano buoni. I rapporti si sono guastati quando Volpe avvisò Troncone di non continuare a fare le estorsioni all’Eurobet in quanto i proprietari avevano intenzione di denunciarlo. Troncone continuò a fare estorsioni e fu arrestato su denuncia di quelli dell’Eurobet. Da lì nacquero i dissapori con Antonio Volpe in quanto lo ritenevano la causa del suo arresto.