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mercoledì, Aprile 24, 2024
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«Fuorigrotta ai fuorigrottesi», quel ‘no’ che ha scatenato la guerra nell’area flegrea

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Un diniego ad una richiesta d’aiuto. Un no interpretato come una mancanza di rispetto, come qualcosa da vendicare. Vendicare con il sangue. E’ questo l’incipit necessario per spiegare quello che sta accadendo a Fuorigrotta e dintorni da un anno a questa parte. Quattro omicidi che da metà 2020 stanno insanguinando il quartiere divenuto un vero e proprio ‘Trono di spade’ in salsa moderna. Quel no alla lunga ha determinato tutta la scia di sangue culminata nell’omicidio di Salvatore Capone, ucciso il primo giorno dell’anno al Rione Lauro (leggi qui l’articolo). Lì dove tutto è iniziato. Secondo le informative delle forze dell’ordine è lì che bisogna partire per capire i retroscena della ‘nuova guerra flegrea’. E’ la fine del 2019 quando Massimiliano Esposito, boss dell’omonimo gruppo di Bagnoli, inizia la sua ‘scalata’ a Fuorigrotta. Fatto questo che non può piacere ai gruppi ‘autoctoni’ in primis gli Iadonisi che cercano così di organizzarsi consigliando ai gruppi locali di fare fronte comune contro l’invasore. Richiesta che cadrà nel vuoto specialmente per quanto riguarda il fronte Troncone il cui leader, Vitale, è da sempre il fautore della linea ‘Fuorigrotta ai fuorigrottesi’.

L’asse Sorianiello-Iadonisi e la pace con gli Esposito: i Troncone rimasti da soli a Fuorigrotta

Troncone, secondo indiscrezioni filtrate in ambienti investigativi, non avrebbe preso sul serio quelle richieste ma anzi avrebbe risposto picche ribadendo che solo con l’avanzata degli Esposito ci si era resi conto del pericolo, allarme lanciato già anni prima dallo stesso Troncone. Sarebbe questo diniego a determinare l’incrinarsi dei rapporti tra i clan di Fuorigrotta con i Baratto-Volpe a mediare. Iadonisi, forte dell’alleanza con i Sorianiello della zona ’99’ del Rione Traiano, sarebbe dunque entrato in attrito con i Troncone riuscendo poi a siglare una ‘pax camorristica’ con gli Esposito fortemente ridimensionati nel frattempo dall’arresto dello stesso ‘scognato (Massimiliano Esposito ndr) e dal pentimento di Youssuf Aboumuslim. Pace testimoniata da due particolari: Salvatore Capone, storico guardaspalle degli Iadonisi, era l’uomo che teneva i contatti tra Massimiliano Esposito e i vaari gruppi quando questi era latitante. L’altro elemento da considerare è che al Rione Lauro vive attualmente una persona imparentata direttamente con lo stesso Esposito. La mediazione tra gli Iadonisi e gli Esposito sarebbe avvenuta grazie agli stessi Sorianiello che, come contropartita, avrebbero ottenuto dai bagnolesi una copertura per nascondere le proprie armi. Arsenale scoperto poi presso un commerciante di Bagnoli qualche mese fa. Una ricostruzione che spiegherebbe dunque la rinnovata vicinanza tra i due gruppi con il conseguente isolamento dei Troncone entrati in rottura anche con i Baratto-Volpe cui gli altri gruppi hanno sempre pagato una quota.

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La scia di sangue a Fuorigrotta

Isolamento che sarebbe stato foriero di risentimenti e di botta e risposta armati. Prova ne sono le diverse stese avvenute sia nei pressi di via Caio Duilio, roccaforte dei Troncone, che nella stessa ’99’ di via Catone, da sempre feudo dei Sorianiello. Da lì agli omicidi il passo è breve. C’è infatti un filo rosso che unisce l’omicidio di Gaetano Mercurio, guardaspalle dello stesso Vitale Troncone, quello di Antonio Volpe e quello di Andrea Merolla, nipote dello stesso boss di via Caio Duilio. Delitti che precedono in ordine cronologico quello più recente di Capone. Si è trattato in due casi su tre, e di questo gli inquirenti ne sono sicuri, di un attacco diretto ai Troncone nonchè di una possibile ‘risposta’ all’omicidio di Volpe ucciso nel marzo scorso. Oltre a questo basti considerare un altro episodio che potrebbe svelare il ‘legame’ tra i primi due delitti e cioè il fatto che la pistola utilizzata dai killer per uccidere Volpe in via Leopardi fu rinvenuta qualche giorno dopo dagli uomini del commissariato San Paolo in via Brigata Bologna (leggi qui l’articolo), strada che ricade nel’area dove è forte la presenza proprio dei Troncone. Gli agenti in quella occasione sequestrarono una pistola Walther P38 calibro 9 con matricola abrasa e priva di caricatore. Ecco dunque il legame che spiegherebbe anche l’omicidio di Andrea Merolla finito al centro delle indagini per un pestaggio insieme al cugino Giuseppe Troncone poi sottoposto a fermo e infine scarcerato (leggi qui l’articolo). In precedenza vi era stato il ferimento dello stesso Vitale Troncone nel giorno dell’Antivigilia di Natale.

Il legame tra i delitti Merolla,Volpe e Mercurio

Oltre alla ‘pista’ Volpe bisogna considerare il retroscena del primo delitto eccellente avvenuto a Fuorigrotta, quello di Gaetano Mercurio, uomo degli stessi Troncone (leggi qui l’articolo). Il ras indicato come vicino al gruppo Troncone di Fuorigrotta, rimase infatti vittima di un agguato di camorra un anno esatto prima dell’omicidio di via Leopardi. Proprio la ‘vicinanza’ al vertice del gruppo di Fuorigrotta ipotizzata come possibile movente dell’agguato: Mercurio fu centrato ad una coscia e al torace con i proiettili che gli perforarono milza e fegato. L’omicidio di Volpe potrebbe essere la più classica delle ‘risposte’ armate a quel delitto: per il momento solo un’ipotesi che è balenata nelle menti degli investigatori a poche ore dal delitto del ‘Serpentone’ (come viene comunemente chiamata via Leopardi). Un’ipotesi però già anticipata da Internapoli (leggi qui l’articolo).

Il ruolo di Volpe negli assetti di Fuorigrotta e l’omicidio Mercurio

Una pista che si basa sul ruolo di Volpe negli equilibri criminali della zona (non a caso viene indicato come il reggente di un proprio gruppo, i Baratto-Volpe) e sul fatto che il 77enne, anche se da tempo era uscito dai radar delle forze dell’ordine, potrebbe essere stato a conoscenza dei motivi dietro l’esecuzione di Mercurio e aver addirittura mediato tra opposte fazioni. Dietro tali ipotesi l’ombra del potente clan Sorianiello del rione Traiano la cui forza sarebbe cresciuta esponenzialmente negli ultimi mesi: un gruppo ben strutturato e molto attivo nei traffici di droga tra Fuorigrotta, rione Traiano e Pianura. Un gruppo che, allo stato attuale, appare quello meglio organizzato. Secondo lo schema dunque l’omicidio di Andrea Merolla potrebbe essere una ‘vendetta’ per il delitto Volpe a sua volta ‘risposta’ all’uccisione di Mercurio. Fino all’ultimo delitto, un attacco diretto agli Iadonisi fin qui rimasti nell’ombra. Ipotesi al momento che però potrebbero spiegare molto di quanto sta accadendo nell’area flegrea.

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