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giovedì, Aprile 25, 2024
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Caccia ai ‘clienti pezzotto’ di Dazn e Sky: rischiano carcere e multe salate

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Negli ultimi anni sta dilagando il fenomeno illecito del ‘pezzotto’. Si tratta di abbonamenti pirata, venduti a costo di 10 euro, che permettono di decodificare i segnali criptati di Sky, Dazn, Netflix, Amazon e tante altri aziende.

COSA SI RISCHIA CON IL PEZZOTTO

Quindi chi vende e/o trasmette il servizio, sia chi si abbona a una IPTV è colpevole di reato di violazione del diritto d’autore. Delitto contestato anche all’utente finale, viene punito con una sanzione pecunaria, una multa che va dai 2.582 euro ai 25.822 euro. Previsto anche il carcere da un minimo di 6 mesi fino a 3 anni.

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L’ARRESTO DEL RE DEL PEZZOTTO

Nel novembre 2020 venne scoperto  ‘Eros‘ noto anche come ‘Mistero della Luce‘. Il suo business degli abbonamenti tv pirata è stato scoperto dall’intervento della Guardia di Finanza. Franco Maccarelli era è ritenuto il ‘Re del Pezzotto‘. L’uomo nato in Molise ma residente a Napoli.

Colpo al pezzotto Sky, denunciati 3 ‘pirati’ e bloccati oltre 50mila ‘clienti’ con gli abbonamenti: 18 Dicembre 2020

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, coordinati dalla
Procura della Repubblica di Milano (Procuratore Aggiunto, Dott. Eugenio Fusco – Sostituto
Procuratore, Dott.ssa Paola Pirotta), hanno eseguito un sequestro preventivo mediante
inibizione all’accesso a un network di piattaforme digitali. Dunque consentito
a oltre 50.000 utenti l’accesso a contenuti televisivi fruibili tramite Internet Protocol
Television (IPTV), peculiare sistema criptato di trasmissione di segnali televisivi su reti
informatiche.

INDAGINE SUL PEZZOTTO

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano e

dalla Squadra Reati Informatici della locale Procura della Repubblica, sono partite ed
hanno sviluppato gli esiti di preliminari accertamenti eseguiti da SKY ITALIA e dalla LEGA
NAZIONALE PROFESSIONISTI SERIE A. Obiettivo era, infatti, individuare servizi pirata on line che consentivano la fruizione di contenuti televisivi diffusi mediante segnali video digitali
criptati.

Le successive investigazioni hanno rivelato l’esistenza di un’articolata organizzazione,
operante in diverse regioni del territorio nazionale, dedita alla vendita e distribuzione di
dispositivi di decodificazione idonei a permettere l’accesso al servizio criptato IPTV per
fruire di contenuti televisivi, senza il pagamento del canone dovuto. Quindi i fruitori del servizio pirata ottenevano dall’organizzazione anche assistenza tecnica per la manutenzione dei dispositivi elettronici.

SCOPERTI 3 PIRATI DEL PEZZOTTO

Le attività di polizia economico-finanziaria, rese maggiormente complesse dall’impiego, da
parte degli indagati, di sistemi VPN (Virtual Private Network) per anonimizzare le
comunicazioni, hanno portato alla denuncia di 3 soggetti per il reato previsto dall’art. 171-
ter della Legge sul diritto d’autore. Ulteriori approfondimenti in corso al fine di
identificare compiutamente i singoli utenti destinatari dell’IPTV illegale.
Dunque le indagini condotte confermano l’impegno quotidiano della Guardia di Finanza nel
contrasto ad ogni forma di violazione del diritto d’autore, a tutela delle imprese e dei
cittadini onesti.

 

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