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venerdì, Luglio 4, 2025
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Reddito di cittadinanza e bonus da 150 euro, scatta la ricarica di novembre

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Il pagamento del reddito di cittadinanza avverrà a fine novembre oggi 25 novembre.  Il 27 del mese è domenica e per legge se la data coincide con un giorno festivo il pagamento può slittare di qualche giorno in avanti o può essere anticipato al 25 o al 26. Questo mese sarà accreditato anche il bonus da 150 euro per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza.

Dunque l’Inps erogherà il contributo anche ai lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti che, nel 2021, abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate. E anche i percettori del Reddito di cittadinanza lo riceveranno. Stesso sostegno a lavoratori domestici, a chi percepisce indennità di disoccupazione agricola, co.co.co, dottorandi e assegnisti, lavoratori di Sport e Salute spa, lavoratori dello spettacolo, sempre con reddito entro i 20 mila euro; infine ai nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza.

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LA VISIONE DEL GOVERNO MELONI

Nella manovra c’è una mini-stretta sul reddito di cittadinanza. L’aiuto resterà per i poveri, magari avviando una lotta ai furbetti del reddito. Per il resto, non sarà a vita e l’idea è di toglierlo agli occupabili con una fase transitoria di otto mesi. Ci dovrebbe essere infatti un anno di “cuscinetto” per inserire i lavoratori occupabili nel mondo del lavoro, accompagnati da appositi corsi di formazione, considerati obbligatori.

REDDITO DI CITTADINANZA, STOP NEL 2024, PRIMA CUSCINETTO DI 8 MESI NEL 2023

Sarebbe questa (anche se si attende ancora la comunicazione ufficiale del Consiglio dei Ministri) la soluzione individuata dal governo come uscita soft dal reddito di cittadinanza per i cosiddetti occupabili. L’idea della cancellazione immediata del beneficio già dall’1 gennaio, che avrebbe permesso di risparmiare 1,8 miliardi, sarebbe stata accantonata, sposando invece la soluzione ponte proposta dalla ministra del Lavoro Calderone.

“C’è un anno transitorio nel quale comunque tutte le persone in difficoltà saranno tutelate, chi non è in grado di lavorare avrà piena tutela e chi è in grado di lavorare invece avrà una riduzione dei mesi di sostegno, si porterà da 12 a otto mesi”, parla così il sottosegretario per l’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari. “Dal 2024 rivedremo l’intero sistema, lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi è in grado di lavorare”.

COSA SUCCEDE SE SI RIFIUTA IL LAVORO

Oggi si possono rifiutare fino a due offerte congrue di lavoro senza perdere la card del reddito. L’idea prevalente nel governo è quella di disattivare la tessera in futuro dopo il primo rifiuto. All’inizio erano possibili tre rifiuti prima di perdere il beneficio, poi il governo Draghi ha ridotto a due le possibilità di diniego di un’offerta di lavoro. Tuttavia il reddito di cittadinanza continua ad essere un flop sul fronte degli inserimenti nel mondo del lavoro: meno di un percettore occupabile su cinque lavora.

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