(ANSA) – ROMA, 30 SET – Calciopoli non è ancora finita, almeno per gli avvocati della Juventus. Il Collegio di garanzia dello sport ha ricevuto un ricorso della Juventus contro la Figc, l’Inter e il Coni per l’impugnazione e la riforma della decisione del 30 agosto scorso della Corte federale di appello. La decisione che riguarda la questione dell’assegnazione da parte della Figc all’Inter dello scudetto 2006. La Juventus chiede, con questo ricorso, che veenga dichiarato non assegnato il titolo di campione d’Italia 2005/06. In subordine, di rinviare la vicenda all’organo di giustizia federale competente.
Prima del ricorso: il secondo filone di Calciopoli
Nell’aprile 2007 venne fuori un secondo filone d’inchiesta. Filone basato sul traffico di schede telefoniche svizzere (SIM) tra Moggi, Mariano Fabiani e alcuni arbitri che riguardavano la stagione 2004-2005.[52] Al termine dell’inchiesta portata avanti dalla FIGC la Juventus e il Messina patteggiarono e vennero multate rispettivamente di 300.000 euro (divisi in tre rate da 100.000 euro annui) e di 60.000 euro (da versare alla FIGC).
Nel 2015 il tribunale di Milano si è espresso in un processo per diffamazione inerente i fatti di Calciopoli. Processo intentato dalla famiglia Facchetti nei confronti di Luciano Moggi. Moggi che aveva pubblicamente accusato l’allora presidente nerazzurro Giacinto Facchetti «di avere anche lui chiesto e ottenuto trattamenti di riguardo negli arbitraggi delle partite interiste». Il giudice ha assolto Moggi «perché il fatto non sussiste», riscontrando «con certezza una buona veridicità» nelle sue affermazioni, e rilevando nei confronti di Facchetti l’esistenza di «una sorta di intervento di lobbing da parte dell’allora presidente dell’Inter nei confronti della classe arbitrale […] significative di un rapporto di tipo amicale [e] preferenziale [con] vette non propriamente commendevoli».[54]