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sabato, Aprile 20, 2024
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«Paga bene e paga subito», dai rapporti con Imperiale alla reggenza dei Sorianiello: chi è Peppe della 99

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Fino a un anno e mezzo fa il suo nome era conosciuto soltanto dai poliziotti più esperti e da coloro che trattano droga all’ingrosso. Profilo basso, nessun eccesso, casa-famiglia-piazza e un modo di trattare con i fornitori che non lasciava nulla al caso. Questo il profilo tracciato da numerosi collaboratori di giustizia di Giuseppe Mazzaccaro, ‘Peppe della 99’, reggente del clan Sorianiello di via Catone e soprattutto cognato del boss Alfredo ‘o biond. Un personaggio di assoluto spessore criminale tanto da trattare droga con pezzi da novanta del narcotraffico internazionale come Raffaele Imperiale, il vero ‘regista’ della faida di Scampia. Una settimana fa Mazzaccaro, insieme ad altre tre persone è stato raggiunto da una nuova ordinanza per l’omicidio di un nigeriano a Castelvolturno (leggi qui l’articolo). In questi anni sono tanti i collaboratori di giustizia che hanno parlato del clan della 99 indicata come il gruppo attualmente dominante nel panorama flegreo, capace di tessere trame e alleanze con i maggiori gruppi della zona e di ottenere l’assoluto monopolio della vendita all’ingrosso e al dettaglio della droga nelle piazze del Rione Traiano.

Le rivelazioni di Genny Carra su ‘Peppe della 99’

Il primo a puntare il dito contro gli uomini di Alfredo Sorianiello ‘o biond è stato Genny Carra, l’ex ras dei Cutolo della 44. Il gruppo che proprio con i Sorianiello ha, fino a poco tempo fa, diviso il quartiere. Proprio Carra è quello che tirò in ballo Mazzaccaro in relazione all’omicidio di Luca Megali. Un barbiere che con la malavita non aveva nulla a che fare e che pagò con la vita l’essere imparentato ad Antonio Megali. Un omicidio nato per vendicare la morte di Fortunato Sorianiello, figlio del boss, ucciso dal gruppo Tommaselli (a cui Antonio Megali apparteneva). Un delitto che avrebbe potuto innescare una guerra senza fine. Carra, oltre che di tali vicende, ha spiegato ai magistrati anche il contesto in cui maturò tale guerra evidenziando il probabile coinvolgimento dei Sorianiello (al momento per quell’omicidio non c’è alcun indagato) in un altro delitto, quello di Gennaro Parisi, ex factotum del boss Carlo Tommaselli.

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Lo scontro tra i Sorianiello e Tommaselli

L’ex ras del clan Cutolo ha spiegato che «Fortunato Sorianiello fu ucciso perchè i Sorianiello volevano prendersi un basso di proprietà di un parcheggiatore di nome Gennaro (Parisi ndr, successivamente ucciso sulla salita di via Piave) di cui non ricordo il nome. Questo basso si trova nella 99 e i Sorianiello. Quando questo Gennaro fu estromesso quest’ultimo si rivolse a Tommaselli che andò con i soccavesi a casa da Alfredo Sorianiello in quel momento detenuto e al suo posto erano reggenti Mazzaccaro e i figli Fortunato e Simone Sorianiello. Tommaselli ebbe un diverbio con Fortunato e ciò nonostante i Sorianiello continuavano a detenere un basso perchè affermarono che stava nella loro zona e spettava a loro. Dopo un po’ abbiamo appreso della morte di Fortunato Sorianiello». Poi Carra entra nei particolari:«Quando andammo a fare le condoglianze chiesero aiuto sia a noi che ai Puccinelli. Loro erano diffidenti e noi andammo a fare le condoglianze proprio per dimostrare la nostra estraneità ai fatti. Ci dissero che già sapevano chi era stato, perché il barbiere (il titolare del negozio in cui fu ucciso Sorianiello) gli aveva detto che Carlo Tommaselli e Antonio Megali avevano commesso l’omicidio».

Le dichiarazioni di Eduardo Pignalosa

Eduardo Pignalosa, storico broker del narcotraffico, ha spiegato come funzionano gli affari in via Catone:«Ho sentito parlare del parco 99,sono i più forti della zona in materia di droga comprano all’ingrosso e vendono anche al dettaglio, e il rione più portato per lo spaccio. Si trova nella zona di fronte al Rione Traiano e parallela a via Epomeo ma non ci sono mai stato. La zona la gestisce il cognato di Alfredo o biondo che chiamano Peppe della 99 è giovane avrà circa 40 anni lo conosco perché siamo stati ad una festa insieme alla comunione del figlio di …. e venne anche lui. So che è un paio di anni che la 99 è forte, non fanno casini e la droga lì è la migliore». Dichiarazioni che seguono altre di Genny Carra che ha raccontato:«Mazzaccaro prima la droga la comprava da Mario Cerrone e da Raffaele Imperiale. Quando sono stati arrestati mi sono rivolto a Mazzaccaro. Mazzaccaro Giuseppe ha interessi, ovvero ha investito denaro in un ristorante… Quando consegnavo il denaro al Mazzaccaro nella 99, lui ha una casa a via Catone al terzo piano erano presenti lui, Fenderico Carmine. Il denaro veniva custodita in una casa di appoggio nella 99, che mi riservo di indicare. Sono andato anch’io in questa casa di appoggio ed ivi ho visto altro denaro. In questa casa c’era la macchinetta che contava i soldi e preparavano anche la sostanza stupefacente, la droga veniva preparata da omissis e Mazzaccaro che presiedeva. Mazzaccaro non dorme a casa, si sposta in continuazione, viaggiava molto anche all’estero. Mi riservo di specificare ulteriormente e di integrare ulteriormente le dichiarazioni rese su Mazzaccaro».

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