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Spaccio nel Parco Monaco a Melito, arrivano le condanne per il gruppo Parolisi

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Nove condanne. Si è concluso con questo ‘bilancio’ il processo per il gruppo capeggaiato da Antonio Parolisi ‘Tic tac’ e Carmine Della Gaggia, gruppo finito in manette in un maxi blitz a Melito ad ottobre dello scorso anno (leggi qui l’articolo). Per i due ras indicati come il capi dell’organizzazione che gestiva lo spaccio nel Parco Monaco sono stati decretati 13 anni e quattro mesi (per Parolisi difeso dall’avvocato Celestino Gentile) e 13 anni e sei mesi per Della Gaggia (difeso dall’avvocato Diego Pedicini). Parolisi rischiava 15 anni e sei mesi mentre Della Gaggia 16 anni. Condanna più mite rispetto alla richiesta iniziale (di otto anni e otto mesi) per Salvatore Taglialatela ‘o colombian che, difeso dall’avvocato Gandolfo Geraci, ha invece rimediato cinque anni e quattro mesi. Tra le altre condanne otto anni per Raffaele Aruta, 6 anni Giovanni Bottiglieri, 7 anni e otto mesi Umberto Maraucci, 7 anni e quattro mesi Domenico Di Marino, 8 anni Antonio Esposito, 8 anni Giuseppe Termano.

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L’indagine sul Parco Monaco

L’indagine trae origine, tra il 2018 e il 2019, dalla ripresa di alcune scene riferibili allo spaccio di sostanze stupefacenti ad opera delle telecamere installate dai carabinieri della Tenenza di Melito presso il condominio. Gli occhi elettronici erano stati installati per individuare gli autori di alcuni furti verificatisi in zona, ma dalle telecamere è emerso altro. Infatti si vedevano alcuni soggetti che, in modo ripetuto, consegnavano buste o altri oggetti di piccole dimensioni a persone, recatesi nel “Parco Bonifico” al solo scopo di effettuare tali repentini incontri, che, per le modalità adottate, apparivano chiaramente riferibili ad attività aventi ad oggetto sostanze stupefacenti. Fondamentate fu l’arresto nel gennaio 2019 di Salvatore Taglialatela, che venne trovato in possesso di un rilevante quantitativo di marijuana ed hashish, certamente non giustificabile nell’ottica del consumo esclusivamente personale, considerato che si parla di oltre un chilogrammo. Taglialatela era già da tempo monitorato dai carabinieri, i quali, in più occasioni, lo avevano notato nell’atto di recarsi nel “Parco Bonifico” per prendere la droga da Aruta.

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