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sabato, Aprile 20, 2024
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Spari in piazza a Napoli, prima dell’agguato il sequestro di un ras dei Mazzarella

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Salvatore Nurcaro è stato ‘punito’ per quello che in ambienti di malavita viene definito ‘sgarro’. Era andato a chiedere soldi nel territorio di altri clan e non solo, aveva sfidato gli avversari sequestrando un ras avversario. E’ questo il retroscena (già anticipato da Internapoli.it nei mesi scorsi) sugli spari di piazza Nazionale dello scorso 3 maggio e sull’arresto effettuato ieri dello stesso Nurcaro e di cinque esponenti della famiglia Reale attiva nel rione Pazzigno. Le attività, oltre a confermare l’attualità dell’inserimento di Salvatore Nurcaro nel clan Reale – Rinaldi, hanno permesso anche di riattualizzare il ruolo di tutti gli affiliati già emergenti dalle intercettazioni svolte da novembre 2015 sino a novembre 2016, in particolare di Pasquale, Antonio e Vincenzo Reale, fornendo un chiaro riscontro alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizi.

Sulla base di una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali risulta che lo stesso Nurcaro, pochi giorni prima dell’agguato, abbia affrontato alcuni soggetti vicini al clan D’Amico (lo stesso resosi responsabile dell’omicidio di Luigi Mignano al rione Villa). Nurcaro, si legge nel dispositivo, pretendendo la riscossione dei proventi riconducibili ai traffici illeciti a San Giovanni a Teduccio abbia sequestrato un affiliato facente parte del ‘gruppo Urio’ dei D’Amico trattenendo con sè la chiave del veicolo in uso a quest’ultimo. Azioni avvenute in pieno contesto criminale a dimostrazione delle frequentazioni ‘in odor di clan’ sia di Nurcaro che di Armando Del Re (indagato come esecutore materiale del ferimento dello stesso Nurcaro) indicato come particolarmente vicino ai Formicola, gruppo del quale fa parte Stanislao Marigliano il cui nipote ha avuto, giorni prima dell’agguato, uno screzio con lo stesso Nurcaro. Elementi questi che costituiscono il contesto imprescindibile per inquadrare l’agguato. Resta preminente l’aspetto economico per svelare il movente: i Del Re erano già sotto intercettazione per un’altra inchiesta relativa ad un traffico di droga e dunque, c’è stata quasi la conferma che i Del Re e Nurcaro fossero in affari e che alla base del dissidio tra i due possa esserci un debito da saldare.

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