Il clan Mallardo avrebbe condizionato l’amministrazione comunale di Giugliano in Campania, intervenendo nella campagna elettorale per le elezioni comunali nel settembre 2020. È questo un elemento che emerge dall’indagine dei carabinieri del Ros, coordinata dalla Dda di Napoli, che lunedì mattina ha portato all’arresto di 25 persone.
Tra gli arrestati anche l’ex sindaco di Giugliano in Campania Antonio Poziello e alcuni consiglieri comunali, oltre ad elementi di spicco del clan Mallardo. Eletto per la prima volta nel 2015, cinque anni dopo – Poziello dopo essere stato sfiduciato – si era ripresentato alla guida di una coalizione (che comprendeva anche Italia Viva) ma aveva perso le elezioni, battuto al ballottaggio dall’attuale sindaco, Nicola Pirozzi del Pd. Secondo la ricostruzione dell’Antimafia, durante il suo mandato di primo cittadino Poziello avrebbe versato al boss Francesco Mallardo somme di denaro provenienti dalla corruzione, promettendo anche l’aggiudicazione di appalti a ditte vicine alla camorra. Poziello e il boss Mallardo avrebbero avuto anche un accordo per il sostegno durante la tornata elettorale del 2020, poi persa.
Il clan avrebbe, in particolare condizionato, secondo l’ipotesi accusatoria, la campagna elettorale per le elezioni comunali di Giugliano nel settembre 2020.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Andrea Abbate, Pasquale Casoria ex consigliere comunale, Francesco Abbate, Giuliano Amicone, Giuseppe dell’Aquila detto Pepp o ciuccio, Paolo di Girolamo, Giuseppe di Mattia, Gaetano Diana, Aniello Felaco, Nicola Felaco, Francesco Fusco, Domenico Fusco, Patrizia Giuliano, Andrea Guarino ex consigliere comunale, Vincenzo Legorano, Paolo Liccardo ex consigliere, Domenico Pirozzi, Francesco Pirozzi, l’ex Sindaco Antonio Poziello, Vincenzo Strino.
Arresti domiciliari a Giuseppe Pirozzi, Ferdinando Cacciapuoti, Giulio di Napoli ex consigliere e assessore, Filippo Frippa e Giuseppe Marino
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Mallardo avrebbe promesso voti in cambio di 10mila euro versati da Poziello, assicurando la successiva gestione clientelare dell’amministrazione comunale di Giugliano adottando atti amministrativi rispondenti agli interessi economici del clan. Stando alle indagini, l’ex sindaco, insieme con un ex assessore Giulio Di Napoli, e arrestato ai domiciliari nell’ambito della stessa operazione, avrebbero ricevuto un “corrispettivo” in cambio dell’aggiudicazione dei lavori di recupero e manutenzione ordinarie delle case popolari di Casacelle. Nell’inchiesta sono finiti anche i lavori per la realizzazione della strada per collegare Giugliano alla nuova Base Nato. Tra gli altri, sotto osservazione anche la gestione dei parcheggi a pagamento. Lo stesso Poziello nei mesi scorsi è rimasto coinvolto in una indagine per l’affidamento del servizio dei rifiuti urbani. Il pm della Procura di Napoli Nord aveva chiesto i domiciliari ma la richiesta è stata respinta dal gip.
Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, il clan Mallardo – componente della cosiddetta Alleanza di Secondigliano – interveniva anche per dirimere le controversie tra privati. In tutto i militari dell’arma hanno notificato 20 arresti in carcere e 5 ai domiciliari.
Tra i reati contestati figurano l’associazione di tipo mafioso, lo scambio elettorale politico-mafioso, l’estorsione, la tentata estorsione, l’usura, il trasferimento fraudolento di valori e la corruzione. Delitti aggravati in quanto sarebbero stati commessi avvalendosi del metodo mafioso e con la finalità di agevolare le attività del clan Mallardo, operante sul territorio di Giugliano in Campania e zone limitrofe.
Il gip di Napoli, su richiesta della Procura di Napoli, ha anche emesso un decreto di sequestro beni, tra cui rapporti finanziari, terreni, fabbricati, aziende e/o società, per alcuni milioni di euro. I proventi delle attività illecite erano destinati, tra l’altro, alla “cassa comune” del clan Mallardo gestita per sostenere gli affiliati, anche quelli detenuti, e i loro familiari.
L’origine dell’inchiesta
Le indagini svolte dai Carabinieri del ROS di Napoli afferiscono la esistenza e la perdurante operatività del clan Mallardo, organizzazione criminale operante in particolar modo sul territorio di Giugliano, nel periodo 2019- 2020. Invero, le indagini si sono incentrate sulla figura di PIROZZI Domenico detto Mimì ‘o Pesante, il quale, dopo la sua scarcerazione avvenuta il 27.2.2019 e fino al suo successivo arresto del 5.11.2020, ha assunto la reggenza del clan Mallardo, occupandosi della gestione della cassa del clan, del sostentamento di circa 100 affiliati destinatari della “mesata” ammontante a circa 1.000 euro al mese per affiliato e della direzione complessiva delle attività illecite.
Secondo i militari “Domenico Pirozzi si sarebbe avvalso di una serie di soggetti tra cui Andrea Abbate ed il figlio Francesco Abbate detto Salzetta, apparentemente titolari di una concessionaria di autovetture usate, ma con importanti entrature negli ambienti politici, istituzionali e imprenditoria locali. Complessivamente le indagini hanno consentito di acquisire significativi elementi indiziari sul ruolo rivestito nel clan da diversi altri soggetti, alcuni già affiliati storici altri di più recente affiliazione”.
Nel collegio difensivo, tra gli altri, ci sono gli avvocati Paolo De Angelis, Luigi Poziello, Alessandro Caserta, Luca Gili, Salvatore Cacciapuoti, Matteo Casertano, Giovanni Lorusso