Si è chiuso con oltre 30 condanne con rito abbreviato davanti al giudice Roberto Crepaldi il processo nato dall’inchiesta Money delivery su un traffico di droga. Al centro i narco-broker Raffaele Imperiale e Bruno Carbone.
Come riporta il Corriere della Sera le condanne riguardano Antonio Bruzzaniti, 41 anni, a 12 anni e 4 mesi a fronte di una richiesta di 20 anni; Bartolo Bruzzaniti, 49 anni, condannato a 20 anni, come da richiesta dei pm; Simone Becchimanzi, detto Tedesco a 13 anni e 4 mesi contro i 20 anni richiesti dai pm; Bruno Carbone a 8 anni e 4 mesi (chiesti 4 mesi in più dal pm). Michael Fasano a 14 anni contro una richiesta di 18 anni e 6 mesi; Bruno Iaria a 6 anni e 6 mesi (ne erano stati chiesti 12).
La condanna ad Imperiale
Sei anni per l’ex narcos e oggi collaboratore di giustizia Raffaele Imperiale, che diventano però 15 anni e 6 mesi con la continuazione.
Sette anni e 9 mesi per Pasquale Modaffari per il quale ne erano stati chiesti 18; 6 anni e 6 mesi per Francesco Musitano a fronte di una richiesta di oltre 10 anni; 6 anni e 8 mesi per Francesco Morabito (12 la richiesta); 9 anni per Santo Morabito (chiesti 20); 8 anni e 2 mesi per Daniele Domenico Papalia contro gli oltre 18 anni di richiesta). 20 anni per Domenico Salvatore Papalia (richiesta confermata); 8 anni e 2 mesi per Giuseppe Pelaia (richiesti 17 anni).
Condannati anche Antonio Giordano a 13 anni e 9 mesi, contro i 20 richiesti dalla Dda; 6 anni e 4 mesi per Michael Giordano, a fronte di una richiesta di 11 anni; 13 anni e 4 mesi a Luca Formisano per il quale ne erano invece stati chiesti 20, questi ultimi tre tutti difesi dall’avvocato Amedeo Rizza.
Il sistema Imperiale
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