Un’iniziativa per sostenere chi è in difficoltà tramite interventi mirati e personalizzati. In un momento storico difficile per tante famiglie, che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, arriva un’importante iniziativa dall’Ambito territoriale n.18 che comprende i comuni di Arzano, Casoria e Casavatore. Presso la sede della biblioteca comunale di Casoria si è tenuto, infatti, l’evento conclusivo della seconda annualità del progetto P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione).
Aiuti alle famiglie, cosa prevede il progetto P.I.P.P.I.
Il programma, supervisionato dal gruppo scientifico dell’Università di Padova, mira a sostenere le famiglie in difficoltà tramite interventi mirati e personalizzati. Si tratta di misure che tengono conto dei bisogni dei bambini, senza però perdere di vista le esigenze e le prospettive dei genitori.
In questa seconda annualità, il progetto ha supportato 8 famiglie complessivamente (2 residenti nel comune di Arzano, 4 a Casoria e 2 a Casavatore). Tra le le attività realizzate c’erano momenti di educazione domiciliare, incontri di gruppo con famiglie e bambini, attività di raccordo strategico tra scuole e servizi territoriali, nonché l’individuazione e attivazione di famiglie di appoggio per garantire un sostegno concreto e continuativo alle famiglie target.
Ciò ha permesso la creazione di una rete stabile di collaborazione tra istituzioni, scuole e terzo settore, creando così un modello virtuoso di intervento sociale integrato.
La soddisfazione dell’assessore alle Politiche Sociali di Arzano
L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Arzano, Fabio Gallo, ha espresso la propria soddisfazione in merito al progetto P.I.P.P.I: “Il progetto si distingue per la precisione del metodo e l’efficacia degli interventi tecnici realizzati. Grazie al lavoro sinergico tra assistenti sociali, educatori, scuole e famiglie di appoggio – continua Fabio Gallo – abbiamo concretamente migliorato la capacità genitoriale delle famiglie coinvolte, riducendo significativamente il rischio di interventi più invasivi. Continueremo a monitorare e a sostenere queste famiglie, integrando questa esperienza virtuosa nella nostra programmazione sociale futura”, conclude l’assessore al ramo.
Quando è nato il Il Programma P.I.P.P.I.
Il Programma P.I.P.P.I. Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione nasce a fine 2010, risultato di una collaborazione tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di Padova, le 10 Città italiane (riservatarie del fondo della Legge 285/1997) e i servizi sociali, e di protezione e tutela minori nello specifico, come le cooperative del privato sociale, le scuole, le Aziende che gestiscono i servizi sanitari degli enti locali coinvolti. Esso rappresenta dunque anche il tentativo di creare un raccordo tra istituzioni diverse (Ministero, Università, Enti locali) che condividono la stessa mission di promozione del bene comune, oltre che tra professioni e discipline degli ambiti del servizio sociale, della psicologia e delle scienze dell’educazione, che solo unitamente possono fronteggiare la sfida di ridurre il numero dei bambini allontanati dalle famiglie.
Il Programma persegue la finalità di innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare d’origine, articolando in modo coerente fra loro i diversi ambiti di azione coinvolti intorno ai bisogni dei bambini che vivono in tali famiglie, tenendo in ampia considerazione la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi nel costruire l’analisi e la risposta a questi bisogni. L’obiettivo primario è dunque quello di aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo, secondo il mandato della legge 149/2001.