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mercoledì, Luglio 16, 2025
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Caso Cosentino, il Gip: «carriera politica con i voti dei casalesi»

Nicola Cosentino ha contribuito a rafforzare i Casalesi, negli anni ’90. E, nella sua carriera
politica, ha sempre potuto contare sui voti del clan camorristico: e’ diventato, cosi’, consigliere provinciale, regionale, e poi deputato. E’ quello che scrivono gli inquirenti nelle 351 pagine della ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del sottosegretario alla Economia e
coordinatore campano del Pdl. Il provvedimento, firmato ieri dal gip Raffaele Piccirillo su richiesta dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, e’ arrivato oggi alla Camera per
l’autorizzazione alla esecuzione.
Accuse pesanti, secondo le quali l’esponente del Pdl, che
sembrava ormai prossimo alla candidatura per la presidenza della
Regione Campania, avrebbe ”garantito la continuita’ dei
rapporti fra imprenditoria mafiosa e le amministrazioni
pubbliche” nel Casertano.

RAFFORZO’ I CASALESI: Cosentino ”contribuiva, sin dagli anni
’90 a rafforzare vertici e attivita’ del gruppo camorrista
facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone”. E’
quanto si afferma, tra l’altro, nel capo di imputazione per
concorso esterno in associazione mafiosa. L’ordinanza di
custodia cautelare in carcere, che si compone di 351 pagine, e’
stata trasmessa alla Camera per l’autorizzazione all’esecuzione.

I VOTI DEI CLAN: Dal sodalizio dei Casalesi, Cosentino
”riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione alle
elezioni a cui Cosentino partecipava quale candidato diventando
consigliere provinciale di Caserta nel 1990, consigliere
regionale della Campania nel 1995, deputato per la lista Forza
Italia nel 1996 e, quindi, assumendo gli incarichi politici
prima di vice coordinatore e poi di coordinatore del partito di
Forza Italia in Campania, anche dopo aver terminato il mandato
parlamentare del 2001”. Cosentino avrebbe in particolare
”garantito il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa,
amministrazioni pubbliche e comunali”.

PRESSIONI PER CERTIFICATI ANTIMAFIA: Cosentino avrebbe
esercitato ”indebite pressioni nei confronti di
enti prefettizi per incidere, come nel caso della Eco4 spa
(societa’ che operava nel settore dei rifiuti, ndr) nelle
procedure dirette al rilascio delle certificazioni antimafia”.


ECO 4 E VICENDA ORSI: Cosentino e’ anche accusato di aver
creato e cogestito ”monopoli d’impresa, quali l’Eco4 spa e
nella quale Cosentino esercitava, in posizioni sovraordinata a
Giuseppe Vitiello, Michele Orsi (ucciso poi in un agguato di
camorra, ndr), e Sergio Orsi, il reale potere direttivo e di
gestione, cosi’ consentendo lo stabile reimpiego dei proventi
illeciti, sfruttando delle attivita’ di impresa per scopi
elettorali, anche mediante l’assunzione di personale e per
diverse utilita”’.

IL PENTITO VASSALLO: In ampi stralci – riportati nella
ordinanza – delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia
viene tirato in ballo Cosentino. ”I rapporti economici tra i
fratelli Orsi e il clan sono stati regolati direttamente da
Massimiliano Miele, con modalita’ che non conosco. Posso dire
che la societa’ ECO4 era controllata dall’onorevole Cosentino e
anche l’onorevole Landolfi aveva svariati interessi in quella
societa’ ”.

ANCORA IL PENTITO, POLITICI NAZIONALI IN TESSUTO CAMORRISTICO
Nell’ordinanza appare anche una dichiarazione ‘de relato’ di
Vassallo: ”Bidognetti Raffaele, alla mia presenza e alla
presenza di Antonio Di Tella, riferi’ che gli onorevoli
Italo Bocchino, Nicola Cosentino, Gennaro Coronella e Landolfi
facevano parte del ‘nostro tessuto camorristico’ ”.


50 MILA EURO IN UNA BUSTA: Vassallo parla di una somma di
denaro, in una busta gialla, consegnata al sottosegretario:
”Presenziai personalmente alla consegna di cinquantamila euro
in contanti da parte di Sergio Orsi all’onorevole Cosentino,
incontro avvenuto a casa di quest’ultimo a Casal di Principe”.

”LASCIO’ CICCIOTTO E PASSO’ CON SCHIAVONE”: Secondo
Vassallo, Cosentino, appoggio’ il progetto di realizzazione del
termovalorizzatore di S. Maria la Fossa, cui era interessato il
suo gruppo, e cambio’ i suoi referenti criminali. ”Si trattava
di un termovalorizzatore differente rispetto a quello della
Fisia-Fibe, in quanto avrebbe dovuto essere un
termovalorizzatore realizzato con finanziamenti dello stesso
consorzio CE4. Era stato individuata un’area del comune di Santa
Maria La Fossa. E’ per questo che nascono i problemi in quanto,
in quel territorio, il gruppo Bidognetti non ha nessun
referente, essendo la zona di Santa Maria La Fossa sotto il
dominio incontrastato di Francesco Schiavone detto Cicciariello,
del gruppo degli Schiavone”. ”Ne deriva – dichiara Vassallo –
che Cosentino, con gli Orsi, per realizzare il progetto
economico della costruzione del termovalorizzatore in Santa
Maria La Fossa, lasciano il gruppo Bidognetti e ‘passano’ con
gli Schiavone”. (Ansa)