BOSCOREALE. Una sera di febbraio da trascinare come tante tra il bar e gli amici nella periferia vesuviana. Quattro ragazzi, per noia, per gioco, o chissà perché, inforcano la moto e corrono verso la morte. Pochi minuti e la strada killer, quella che collega Boscoreale con la frazione Marchesa, ingoia tre giovani vite. Fabio Guastafierro, 17 anni, Francesco Cesarano, 18 anni a luglio e Antonio Langella, 24 anni, restano sull’asfalto, si rialza solo Liberato Langella, 19 anni, cugino di Antonio.
Poco prima delle ventuno lo scontro frontale tra le due moto. Nessuno dei quattro giovani coinvolti, a quanto pare, aveva il casco. Ora il paese intero li piange. E si interroga. E accusa. Lunedì sera dopo l’incidente è stata chiusa la strada e moltissima gente è rimasta per ore intorno alla zona recintata dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata guidata dal capitano Maisto. E ancora a molte ore dall’incidente, tanti ragazzi sostano intorno ai mazzi di fiori che segnano il posto dove si sono schiantrati i corpi delle vittime. Eppure non ci sono testimoni oculari: nessuno, infatti, ha assistito allo scontro.
Anche per questo le voci si sono rincorse per tutta la giornata: si è parlato anche di una gara tra moto, ma l’ipotesi è stata smentita dai carabinieri. Le due moto, uno scooter Honda 125 guidato da Fabio Guastafierro (Francesco Cesarano era sul sellino posteriore), e una una Buel (una moto americana con motore Harley Davidson, di 1200 cc di cilindrata) con a bordo i due Langella (guidava Antonio), si sono, infatti, scontrate frontalmente. L’incidente è avvenuto a metà di un rettilineo lungo più di un chilometro e sul terreno non ci sono tracce di frenata.
Le due moto viaggiavano in direzione opposta, lo scooter arrivava dal centro di Boscoreale, la Buel dalla zona più periferica ad alta velocità. Probabilmente è stata la moto di grossa cilindrata la prima a sbandare, a causa di un’ impennata, di quelle che i giovani fanno spesso per atteggiarsi a bulli o, come sostiene la gente del paese, per colpa di una maledetta cunetta che proprio a quell’altezza segna l’asfalto. In ogni caso le due moto si sono incrociate e i quattro ragazzi sono stati scaraventati sui lati opposti della careggiata sulla quale viaggiavano.
L’impatto è stato violentissimo: lo scooter è andato a sbattere sul marciapiede. Fabio Guastafierro è morto sul colpo, Francesco Cesarano è rimasto ferito e, racconta la gente del posto, c’è voluta una mezz’ora prima che arrivasse l’ambulanza che lo ha poi portato nell’ospedale di Scafati dove è morto ieri mattina. La Buel, secondo gli inquirenti, proprio perché viaggiava a forte velocità, ha invece proseguito la sua corsa con i due giovani a bordo che per 50 metri hanno strisciato per terra prima di andare a sbattere con la moto contro il portone di uno stabile. Per Antonio non c’è stato nulla da fare, Liberato si è rialzato e, dopo essere stato medicato, è stato dichiarato guaribile in dieci giorni. È già stato interrogato dai carabinieri, ma ha detto di non riuscire a ricordare nulla.
Sono accorsi in molti e alcuni raccontano di aver visto sul posto dell’incidente un casco sfondato, ma i carabinieri escludono che uno dei ragazzi lo indossasse. In ogni caso i tanti che hanno visto i cadaveri sull’asfalto ripetono: «È vero, i ragazzi non avevano il casco, ma dopo l’incidente erano così dilaniati che non si sarebbero salvati comunque». E nel posto in cui è finito il corpo di Francesco, ventiquattro ore dopo l’incidente l’asfalto è ancora macchiato di sangue. I ragazzi si avvicinano per guardare. Molti arrivano in moto, senza casco.
Chiesa gremita ai funerali di Fabio
Fiori e confetti lungo tutto l’itinerario del corteo funebre, una chiesa gremita di parenti e amici della vittima, e poi tanta, tanta gente che quel ragazzo lo conosceva di vista: Boscoreale si è stretta ieri nella chiesa della frazione Marchesa, per ricordare Fabio Guastafierro. Sui muri i manifesti a lutto dei commercianti, associazioni, gruppi di amici. Le esequie sono state celebrate alle 16: il sagrato era affollato fin da un’ora prima dell’arrivo della bara. Intorno alla chiesa tantissimi ragazzi con la fascia bianca in segno di lutto. Dentro i parenti e molti amici. Alla fine della cerimonia, Antonella, una delle ragazze dell’azione cattolica, è salita sul pulpito e con voce tremante ha salutato l’amico di sempre: «Il tuo sorriso ci accompagnerà sempre», ha detto. Poi la bara è stata portata fuori da un gruppo di ragazzi, tra il pianto dirotto della mamma, del papà, del fratello e della sorella di Fabio.
Oggi alle dieci nella stessa chiesa saranno celebrati i funerali di Francesco Cesarano. Alla stessa ora nella parrocchia di via Passanti, invece, l’ultimo addio ad Antonio Langella.
DANIELA DE CRESCENZO – 18 FEBBRAIO 2004 IL MATTINO