Le campane delle messe della domenica delle Palme e il ronzio degli elicotteri che sorvolano a pochi metri di quota canneti e acquitrini tra Ferrara e Bologna in cui è nascosto Igor Vaclavic che nella notte di sabato è sfuggito anche ai visori a infrarossi dei carabinieri.
E’ lui contro tutti: da solo contro centinaia di carabinieri fra i quali truppe d’élite come i Cacciatori di Calabria, il parà del Tuscania, gli specialisti del Gis. Contro elicotteri, tiratori scelti e cani addestrati. E come unica alleata la disperazione di non avere più nulla da perdere dopo la scia di sangue che si è lasciato alle spalle.
Vaclavic, ex jugoslavo e non russo, è il rapinatore sospettato di avere aggredito il 29 marzo una guardia giurata strappandogli una pistola a Consaldolo, sempre in questa zona, con cui ha poi ucciso il tabaccaio Davide Fabbri a Budrio il 1° aprile, la guardia ecologica volontaria Valerio Verri, 62 anni, una settimana dopo, e ferito gravemente, sempre ieri sera nei pressi dell’oasi ecologica di Marmorta, la guardia provinciale, Marco Ravaglia, 53 anni, che l’ha riconosciuto prima di essere portato in ospedale e sedato. Un colosso, Ravaglia, 53 anni, ex giocatore di rugby del Cus Ferrara, uno della mischia, che ora è tenuto in coma farmacologico dopo l’operazione al Bufalini di Cesena per le ferite causate da tre pallottole alla schiena e a una spalla.