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sabato, Luglio 5, 2025
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Camorra dell’area nord. «Arcangelo Abete provò a mettere contro zia Rosaria e la Vanella Grassi per vincere la guerra»

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Un’abile strategia. E’ quella messa su dal boss Arcangelo Abete quando infuriava la guerra tra il suo gruppo e la Vanella Grassi. Il retroscena emerge dalle carte della procura antimafia che ha ricostruito la leadership dei clan camorristici della periferia settentrionale a partire proprio da quella di Melito, retta da Rosaria Pagano, “Zia Rosaria”, capace di mediare tra i familiari Amato (lei è sposata con un Amato) e i Pagano, suoi familiari per nascita. Al punto che il clan, spaccatosi con il comando del ras Mariano Riccio è di nuovo tornato unito e florido grazie a un accordo blindato sui traffici di cocaina proprio con la “Vanella Grassi”.

Interrompere queste relazioni privilegiate (tra gli Amato-Pagano e la Vanella Grassi) avrebbe significato togliere potere alla Vinella; del resto, un’alleanza piena tra gli Amato-Pagano e gli Abete-Notturno sarebbe stata molto pericolosa, perché i giovani eredi dei capi detenuti apparivano fortemente determinati a ritornare egemoni a Scampia e Secondigliano e in alcun modo propensi a dividerne e condividerne la gestione con altri clan. Questo era il piano di ‘Angioletto’ per recuperare i territori persi a Scampia.

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