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venerdì, Luglio 4, 2025
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Camorra. La minaccia del boss al giudice dell’Antimafia: “Gli ammazzo la gente”

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“Devi chiamare D’Alessio…io mi metto in mezzo ai 41 bis….gli uccido la gente”. Questo è lo stralcio delle intercettazioni tra Augusto La Torre e sui fratello Antonio durante un colloquio in carcere considerata una minaccia velata da parte dei due verso il magistrato Alessandro D’Alessio titolare dell’inchiesta contro i La Torre di Mondragone.

Si tratta solo di una parte delle intercettazioni che inguaiano i La Torre e che presagiscono una riorganizzazione del sodalizio criminale del casertano in vista dell’eventuale scarcerazione del boss. Una riorganizzazione armata che ha indotto gli investigatori ad intervenire e a frenare l’ascesa criminale del clan. In particolare sono numerosi i dialoghi in cui Tiberio La Torre parla di acquisti di armi e di richieste estorsive. La Dda di Napoli ha chiesto e ottenuto dal Gip la carcerazione preventiva per Antonio La Torre, 62 anni, per il nipote 31enne Tiberio, figlio di Augusto, per il 29enne Luigi Meandro e il 41enne Salvatore De Crescenzo, con l’accusa per tutti di detenzione illegale di armi comuni da sparo e da guerra con l’aggravante del metodo mafioso. Per il boss, in carcere dal 1996, è arrivato invece un avviso di garanzia per estorsione aggravata.

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