Papa Francesco, ricoverato da venerdì 14 febbraio presso il Policlinico Gemelli di Roma, è affetto da una polmonite bilaterale. Il suo quadro clinico risulta complesso, richiede una degenza lunga e una terapia specifica per combattere l’infezione.
Cos’è la polmonite bilaterale
La polmonite bilaterale è un’infiammazione che coinvolge entrambi i polmoni, causata da un’infezione batterica, virale o fungina. Colpisce gli alveoli polmonari (piccole cavità del polmone in cui avvengono gli scambi tra l’aria espirata e il sangue) e il tessuto interstiziale (il tessuto che si trova tra un alveolo e l’altro). Si tratta di un problema da non sottovalutare e che richiede in molti casi il ricovero ospedaliero. Può colpire qualsiasi età, ma si verifica più frequentemente in pazienti con un sistema immunitario compromesso, anziani, neonati e persone con malattie polmonari già presenti.
Cosa succede ai polmoni con la polmonite bilaterale
Nella polmonite gli alveoli polmonari si infiammano, riempendosi di liquido e ostacolando i normali scambi gassosi tra il sangue e l’aria espirata. La polmonite bilaterale colpisce entrambi i polmoni, per questo compromette l’intero processo di ossigenazione polmonare. Se entrambi i polmoni sono quindi compromessi, ne consegue che il paziente riceverà pochissimo ossigeno e avrà difficoltà respiratorie.
I rischi della polmonite bilaterale
Se non trattata adeguatamente, la polmonite bilaterale può portare a conseguenze gravi. Le complicanze più gravi sono la sepsi, ovvero quando l’infezione si espande a tutto l’organismo, e la pleurite, quest’ultima è un’infiammazione della membrana che riveste i polmoni. Inoltre, la polmonite può portare anche a complicanze cardiache, come infarto e scompenso cardiaco.
L’infezione polimicrobica di Papa Francesco
La polmonite bilaterale di cui è affetto Papa Francesco è sostenuta da un’infezione polimicrobica, caratterizzata dalla presenza di più batteri o virus. Il Pontefice ha spesso sofferto di bronchiti e raffreddamenti nell’ultimo periodo, e questi sono fattori che predispongono all’insorgenza di polmoniti più gravi. L’infezione che colpisce il Vicario di Cristo presenta sintomi come tosse, mancanza di respiro, febbre e difficoltà respiratorie.
Le condizioni cliniche
Le condizioni cliniche continuano a presentare un quadro complesso, sulla base della radiografia del torace e degli esami di laboratorio. Nel bollettino si spiega che la polmonite bilaterale è insorta su una condizione già presente di bronchiectasia (dilatazione irreversibile dei bronchi) e bronchite asmatica. Le condizioni del Somma Pontefice vengono definite “stabili” dall’equipe medica, ma il quadro resta comunque critico.
Cure
La terapia somministrata a Papa Francesco si sta basando su terapia cortisonica e antibiotica, per combattere l’infezione. Pur essendo senza febbre, dall’inizio del suo ricovero è stato considerato un cambiamento di terapia a causa del carattere polimicrobico dell’infezione.
Per Papa Francesco, si prevede un periodo di 7-10 giorni di terapia per valutare la sua risposta agli antibiotici. Dario Leosco, il Presidente della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, spiega che per Papa Francesco ci sono le condizioni per una buona risposta agli antibiotici, ma tutto dipende dai suoi tempi di risposta alle cure.
Se i patogeni responsabili sono impegnativi, verrà fatta una terapia endovenosa che durerà per qualche giorno.
Si prospetta una degenza ospedaliera lunga per il Pontefice per evitare il rischio di ricadute e di complicanze gravi che potrebbero danneggiare anche il cuore. L’isolamento, il riposo e il ricovero sono le strategie necessarie al momento, come viene indicato da Massimo Andreoni, Direttore Scientifico della Società italiana di Malattie infettive e tropicali.