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Colpo ai Contini, minacce al nipote che si era pentito: «Il ras De Feo pronto a tutto per farlo ritrattare»

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Non aveva avuto alcuno scrupolo a minacciare suo nipote, sangue del suo sangue, pur di salvare la cosca a cui appartiene. E’ questo uno dei retroscena che emerge dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ieri mattina ha interessato quattro esponenti del clan Contini, tutti vicini al gruppo di Salvatore Botta del rione Amicizia. Tra loro anche Alfredo De Feo, storico affiliato al clan che. come emerge dal provvedimento, fece più di una minaccia a suo nipote Vincenzo De Feo per costringerlo ad abbandonare la via della collaborazione con la giustizia che quest’ultimo aveva intrapreso: «Sfruttando – come rilevato dagli inquirenti – la forza di intimidazione derivante dalla propria appartenenza alla cerchia dei soggetti di vertice dell’organizzazione avvicinava e contattava, sia personalmente che attraverso Massimo Fiorentino, i familiari del collaboratore, tra cui la madre, cercando di individuarne la località protetta».

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Proprio le minacce ai familiari di De Feo junior, detto muschillo, rappresenta un punto centrale dell’ordinanza visto che De Feo senior avrebbe preteso dalla persone vicine a suo nipote Vincenzo «di ritrattare, commettendo anche i delitti di false informazioni al pubblico ministero e falsa testimonianza». Strategia che non ha pagato visto che De Feo, poi morto per una malattia, decise di non deviare dalla sua decisione.

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