Il Brasile ha subito oltre 200 attacchi contro i luoghi di culto appartenenti a religiosi afro-brasiliane come l’Umbanda e il Candomble. Secondo l’approfondimento di RaiNews è crescente il fanatismo religioso, dato fatto emergere dalla Commissione per la lotta contro l’intolleranza religiosa (CCIR).
La maggior parte degli attacchi sono stati lanciati da bande di trafficanti di droga che si sono proclamati evangelici. Il proselitismo ‘aggressivo’ dei pentecostali è stato affrontato anche da Papa Francesco nella sua visita pastorale del 2013.
Le carceri sarebbero diventate un luogo privilegiato dei neo-pentecostali e dei molti membri delle gang legate al traffico di droga si sono convertiti, in cambio hanno offerto la “protezione”.
La svolta spirituale avrebbe ripulito l’immagine dei criminali agli occhi degli abitanti dei quartieri poveri e delle ‘favelas’ di Rio de Janeiro. Proprio in quelle zone le vecchie organizzazioni criminali si sono identificate con le religioni tradizionali di origine africana.
I narcos hanno trovato una ‘protezione’ per i traffici e parallelamente sono diventati il braccio armato contro le religioni rivali di origine africana come l’Umbanda e il Candomble, arrivate in Brasile insieme agli schiavi. Tra i gruppi criminali neo-pentecostali più attivi ci sono i “banditi di Gesù” accusati l’anno scorso tra anche di atti di terrorismo religioso contro i Candomble di Rio.