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venerdì, Aprile 26, 2024
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Detenuta costretta a partorire in carcere a Rebibbia: assistita solo dalla compagna di cella

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Anno 2021, Italia, Roma. Una giovane donna – Amra, 23 anni, etnia rom – ha partorito in carcere, a Rebibbia, nella sua cella. Con lei nessuna ostetrica, nessun infermiere. Solo la compagna di cella, anch’essa incinta (al quinto mese) e anch’essa rom. Il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha deciso di inviare gli ispettori a Rebibbia per acquisire elementi su quanto accaduto lo scorso 1 settembre. Il Dap (che ha fornito una versione dei fatti differente) ha invece espresso “rammarico” per l’accaduto.

Amra, che fortunatamente sta bene come la sua quarta figlia, ha raccontato a Repubblica quanto accaduto dieci giorni fa. Un fatto grave e, per giunta, tutt’altro che inaspettato, visto che pochi giorni prima di dare alla luce la bambina, Amra era stata ricoverata in una stanza dell’ospedale Pertini di Roma per una minaccia di aborto. Ma dall’ospedale la detenuta è tornata in carcere, dove ha partorito, assistita solo dalla sua compagna di cella. All’arrivo del medico (allertato dagli agenti della penitenziaria) in cella, infatti, il parto si era concluso. La donna, poi, è stata subito riportata al Pertini dove vi è rimasta per cinque giorni.

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Detenuta partorisce in carcere

La versione del Dap e il “rammarico” per quanto accaduto – “Come responsabile dell’Amministrazione Penitenziaria, non posso che essere rammaricato per il fatto che una donna abbia dovuto partorire in carcere. Fortunatamente si tratta di una vicenda che si è conclusa senza alcuna criticità e ora sia la mamma che la neonata stanno bene”. Così, in una nota, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Bernardo Petralia.

 

A seguito dei primi accertamenti immediatamente disposti dal Capo del DAP, risulta che la donna, in istituto dal 23 giugno scorso, in data 1 agosto aveva presentato una istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare. Il 7 agosto l’Autorità Giudiziaria si riservava di decidere in attesa di una relazione dell’Area sanitaria dell’istituto sulle condizioni di salute della detenuta; richiesta che veniva sollecitata nuovamente il 9 agosto. Il giorno successivo, 10 agosto, l’Area sanitaria inviava la relazione alla quale non ha fatto seguito alcun altro provvedimento dell`Autorità Giudiziaria. Il 18 agosto la detenuta veniva inviata per accertamenti urgenti in ospedale, dal quale rientrava in istituto lo stesso giorno.

 

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