L’ex vicedirettore di Rai Sport Enrico Varriale, a processo per stalking e lesioni nei confonti della compagna, in un’intervista a La Repubblica ha raccontato la sua versione dei fatti rispetto ai quali è finito davanti ai giudici. Il giornalista, che fin dal primo momento ha respinto tutte le accuse, è difeso dagli avvocati difensori Fabio Lattanzi e Stefano Maranella. Sarà processato con rito ordinario, come da lui richiesto, per poter affrontare la fase del dibattimento. “Ho sbagliato ma non sono un mostro, e lo dimostrerò”, ha dichiarato il giornalista.
La versione di Enrico Varriale
“La sera del 5 agosto scorso dopo la vacanza estiva eravamo a casa sua a Roma, abbiamo discusso e me ne sono andato” racconta Varriale. E rispetto a quanto denunciato dalla donna si è difeso dicendo: “Ci siamo colpiti tutti e due, ma non l’ho picchiata e non le ho mai messo le mani al collo – spiega – alla fine avevo l’occhio pesto, quello messo peggio ero io”. Una lite dunque durante la quale, dice: “Mi sono difeso, l’ho solo allontanata”.
La denuncia della compagna
Enrico Varriale era stato denunciato due volte dall’ex compagna: una il 9 agosto, per lesioni, e il 14 settembre per stalking. La donna davanti ai magistrati è tornata sulla lite avuta con il giornalista la scorsa estate, spiegando: “Mi ha stretto le mani attorno al collo metre cercavo di difendermi”. Una discussione che si è conslusa con la donna refertata in ospedale, che ha ricevuto una prognosi di cinque giorni. Inoltre la gip ha definito la personalità di Varriale come “aggressiva e provocatoria, incapace di autocontrollo”. Al momento il giudice del Tribunale di Roma ha disposto a carico di Varriale la misura cautelare del “divieto di avvicinamento” alla persona offesa.