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sabato, Aprile 27, 2024
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Foto in costume per lavorare, 10mila euro di multa all’azienda di Napoli

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L’ispettorato multa per 10mila euro l’azienda napoletana che aveva richiesto delle foto in costume nel suo annuncio per receptionist.

L’annuncio pubblicato il 25 gennaio da un’azienda napoletana non è passato inosservato.  Volto solo a candidate di sesso femminile, chiedeva dei requisiti precisi. Nell’annuncio si specificava infatti che fosse necessaria una “bella presenza” per ricoprire il ruolo e veniva poi fatta l’insolita e indelicata richiesta: una foto, a figura intera, in costume o similare.

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La sanzione dell’INL

Una società di Napoli ha pubblicato sul web un annuncio di ricerca di personale rivolto esclusivamente a candidate di sesso femminile, contenente la richiesta di bella presenza e l’invio di una foto a figura intera” così descrive i fatti l’INL. Il ministro del lavoro Andrea Orlando ha segnalato l’annuncio all’ispettorato nazionale del lavoro. Il direttore dell’INL, Giordano, ha quindi subito contattato l’Ufficio di Napoli che, a seguito della richiesta, ha cancellato l’annuncio web. 

Gli ispettori del lavoro hanno poi sancito una sanzione amministrativa prevista per la violazione del divieto di discriminazione nell’accesso al lavoro secondo l’art. 27 del D. Lgs. 198 del 2006 – Codice delle pari opportunità. L’INL spiega poi che l’amministratore della società ha ammesso di aver commesso un errore, e ha subito modificato i testo dell’inserzione. Il nuovo annuncio aziendale risulta ora conformealla normativa vigente in materia di pari opportunità“.

Questo spiacevole caso è la dimostrazione di come le differenze di genere sul lavoro si facciano ancora sentire, non solo con il gap tra i guadagni, ma anche con discriminazioni ed evidenti atti di sessismo. Poco conta l’intenzione, della richiesta in costume, quel che conta è che risulta come un evidente atto di sessismo e di ennesima mercificazione del corpo femminile. Motivo per cui l’ispettorato del lavoro ha subito ammonito l’azienda e modificato l’inserzione, non in linea con le norme di pari opportunità. Resta però assurdo pensare che una donna debba ancora riscontrare queste problematiche per iniziare il suo cammino nel mondo del lavoro.

 

 

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